Oggi al Tribunale di Campobasso. La maxi inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia, il 5 ottobre 2022 portò all’esecuzione di 18 misure cautelari. Tra i reati contestati c’è l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio


CAMPOBASSO. Droga da San Severo al Molise, si è aperta oggi al Tribunale di Campobasso, davanti al Gup Veronica D’Agnone, l’udienza preliminare sull’operazione ‘White beach’, la maxi inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Campobasso e coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia, che il 5 ottobre 2022 portò all’esecuzione di 18 misure cautelari (a carico di molisani e pugliesi).

Decine gli indagati che sono comparsi oggi davanti al giudice, difesi dagli avvocati Tolesino, Cristofaro, Sabusco e D’Aloisio. Tra i reati contestati c’è l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Circa la metà dei coinvolti nell’inchiesta ha optato per il rito abbreviato, altri per il rito ordinario. Il giudice deciderà sull’ammissione al rito alternativo e sui rinvii a giudizio nella prossima udienza, fissata per l’11 settembre.

L’uomo che era considerato a capo dell’organizzazione si trova rinchiuso nel carcere di Melfi ed ha partecipato all’udienza collegato in videoconferenza dal penitenziario. L’operazione dello scorso autunno consentì di sgominare un traffico di droga tra il Foggiano e il Basso Molise: 700 gli episodi di spaccio documentati in tre anni, con indagini partite dall’arresto di un uomo, nell’estate 2019 a San Martino in Pensilis, trovato con 800 grammi di eroina.

A capo dell’organizzazione c’era un incensurato di San Severo che da anni viveva a Campomarino. Basi dello spaccio erano sia gli appartamenti in uso agli indagati sia alcuni esercizi pubblici della costa deputati all’incontro con gli acquirenti e stabiliti come luoghi di ritrovo per gli stessi indagati.

Secondo gli inquirenti il volume d’affari prevedeva il piazzamento sul territorio molisano di circa 100 grammi di hashish al giorno e di 350 grammi di cocaina alla settimana, in grado di fruttare, sul mercato, circa 6.000 euro giornaliere. Una vera e propria piazza di spaccio, sgominata grazie alla maxi operazione. E a indagini lunghe e articolate.