Accolto il ricorso degli avvocati della donna arrestata lo scorso 24 dicembre per l’omicidio del marito Carlo Giancola. La parola torna al Riesame


ISERNIA. Irma Forte resta ai domiciliari. È arrivato questa mattina il verdetto della Cassazione, che ha accolto il ricorso degli avvocati della 66enne arrestata dai carabinieri lo scorso 24 dicembre per l’omicidio del marito Carlo Giancola, 72enne avvenuto nella loro casa di Santa Maria del Molise.

Gli avvocati del Foro di Campobasso Demetrio Rivellino e Giuseppe De Ruberti avevano presentato istanza contro la decisione del Riesame di Campobasso, che lo scorso mese di febbraio – invece – aveva accolto il ricorso della Procura di Isernia, disponendo la misura cautelare in carcere.

I giudici di legittimità dunque hanno annullato con rinvio il provvedimento restrittivo della libertà, disponendo una nuova valutazione della vicenda dinanzi a una diversa Sezione dello stesso Tribunale del Riesame di Campobasso.

I difensori dell’indagata, pur riservandosi ogni più approfondita valutazione dopo la lettura
delle motivazioni della Suprema Corte “esprimono soddisfazione per la decisione dei
Giudici di Legittimità, ritenendo che – in tal modo – sono state riconosciute le ragioni della difesa, in più di un’occasione condivise anche dal Gip del Tribunale di Isernia, secondo cui la vicenda omicidaria va inquadrata in una complessa dinamica familiare connotata da anni di vessazioni e sofferenze subite dalla loro assistita ad opera della vittima del reato.

La stessa vicenda, ancora in fase di accertamento, per i difensori, non giustifica il giudizio di pericolosità sociale dell’indagata espresso, dapprima dal pm e poi dal Tribunale del Riesame, e non è tale, pertanto, da legittimare il ricorso alla custodia cautelare in carcere, quale misura applicabile solo a casi estremi, comunque diversi da quello che ha interessato la propria assistita”.