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Sanare ferite ed emozioni negative: l’esperta spiega l’importanza del perdono

Fondamentale “per liberarsi di molti pesi che non meritiamo di sopportare per tutta la vita e riciclare i risentimenti nella più totale libertà è un atto di forza e coraggio”


R.Francesca Capozza*

ISERNIA. Ognuno di noi può avere un conto in sospeso con il passato, con qualcuno che ci ha fatto un torto che non riusciamo a dimenticare. Questa situazione però debilita la nostra felicità attuale, diminuisce la capacità di costruire un presente più soddisfacente.

Il perdono si configura come una dimensione chiave del nostro benessere mentale: abbandonare il rancore che ci consuma dentro e di cui siamo prigionieri, per accettare ciò che è successo e permetterci di andare avanti, consente di sanare ferite ed emozioni negative per trovare gradatamente una pace interiore.

Perdonare non significa dirci che ciò che è accaduto in un dato momento non è stato niente di rilevante, né significa riconciliarci a tutti i costi con la persona che ci ha fatto del male; ancora meno obbligarci a sentire vicinanza o compassione per lei. Non siamo obbligati a comprendere, né ad accettare i valori o i pensieri di chi ci ha fatto del male. Perdonare non è offrire clemenza, né cercare giustificazioni alla sofferenza. Si tratta piuttosto di appianare il conflitto del risentimento.

Odiare sottrae energie, entusiasmo e speranza. Per questo, è necessario smettere di odiare chi ci ha ferito. Ci guadagneremo in salute. Sono molti gli studi che dimostrano la stretta relazione fra il perdono e la riduzione dell’ansia, della depressione e di altri disturbi che riducono drasticamente la qualità della nostra vita. Perdonare non vuol dire dimenticare, ma accettare ciò che è stato, senza sentirci ‘deboli”’ per questo.

Perdonare è liberarsi di molti pesi che non meritiamo di sopportare per tutta la vita e riciclare i risentimenti nella più totale libertà è un atto di forza e coraggio. Inoltre Il perdono è la pietra miliare di qualsiasi relazione, che sia di coppia, di amicizia, ecc. Non tutti al mondo vedono le cose nello stesso modo in cui le vediamo noi; di fatto, vi sono molte percezioni, approcci e opinioni quanti sono i giorni che si susseguono in un anno. Dobbiamo comprendere che il tempo di per sé non aiuta. Lasciar passare i giorni, i mesi e gli anni non ci farà smettere di odiare e non ci farà dimenticare l’accaduto. Perdonare non significa permettere all’altro di farci ancora del male, ma permetterci di imparare dagli accadimenti due nozioni importanti:

  1. che le persone possono avere opinioni, percezioni e valori differenti, da vivere non necessariamente come un affronto personale
  2. che abbiamo imparato a comprendere quali comportamenti nostri e degli altri evitare per non trovarci nuovamente a soffrirne. Il perdono permette di liberare la mente dalla rabbia e dall’odio che la offuscano e concentrarsi invece sul queste “scoperte” sperimentate che permetteranno di attrezzarsi meglio nel fronteggiare le future esperienze di vita e relazionali.

*psicologa, picoterapeuta, specialista in Psicologia della Salute

Deborah

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