Lo ha detto il governatore del Molise, intervistato da ‘Il Messaggero’, dopo il pranzo ad Arcore con Berlusconi e gli altri presidenti di Regione ‘azzurri’


CAMPOBASSO. “Prima i Lep e costi standard. Dopo, e soltanto dopo, l’autonomia differenziata. Perché senza garantire a tutti i cittadini i Livelli essenziali delle prestazioni, dicendo addio alla spesa storica, quel progetto non può andare avanti”.

Lo ha detto il governatore del Molise Donato Toma, in un’intervista rilasciata a ‘Il Messaggero’, sulla riforma dell’autonomia differenziata proposta dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli.

Non è una mia posizione personale, ma quella di tutta Forza Italia. Su questo siamo tutti compatti, tutte le regioni devono essere messe in condizioni di partite da un punto di parità”, ha precisato il governatore, in linea con la posizione espressa da altri quattro presidenti di Regione azzurri, Alberto Cirio (Piemonte), Renato Schifani (Sicilia), Roberto Occhiuto (Calabria) e Vito Bardi (Basilicata), che due giorni fa sono stati ricevuti insieme a Toma a pranzo ad Arcore da Silvio Berlusconi.

Berlusconi, ha precisato Toma, è in linea con la posizione dei governatori, “ma non dovevamo convincerlo, questa è la posizione del partito”.

Per finanziare i Lep serviranno 4-5miliardi di euro, “che non sono pochi, ma che si devono trovare, e sono fiducioso che ciò avverrà, dando priorità ad alcuni interventi, in settori come scuola, sanità e infrastrutture”.

Eventuali ‘aggiustamenti’ alla proposta Calderoli, ha precisato il presidente della Regione, potranno essere fatti in Senato, “dove la proposta potrà anche essere arricchita”, malgrado i presidenti del Nord, così come la Lega, spingano per fare presto. “Ma nelle altre regioni, così come in Molise – ha concluso Toma – le risorse di cui non disponiamo andranno attribuite con un fondo perequativo, nel rispetto del principio di solidarietà”.