CAMPOBASSO. Sanità, dietro la convocazione per domani di una conferenza stampa l’ipotesi delle dimissioni del commissario ad acta del Molise Donato Toma.
Una voce, quella del governatore vicino a restituire l’incarico che l’ex Premier Mario Draghi gli assegnò il 5 agosto 2021, di raccordo con i Ministri della Salute e di Economia e Finanza, che si sta rincorrendo da qualche ora. E che sembra trovare una sponda nell’incontro con i giornalisti che lo stesso commissario ha convocato per domani, 18 marzo, a Palazzo Vitale, avente ad oggetto le ‘Comunicazioni del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario’.
Una decisione drastica, tutta da confermare, che sarebbe stata motivata dal recente accordo tra Gemelli Molise e Regione sul servizio di Radioterapia, raggiunto in un incontro al quale non sarebbe intervenuto Toma, ma il sub commissario Marco Bonamico.
Toma che ha parlato di “atto gestionale”, in merito alla composizione trovata su alcuni pagamenti che Gemelli Molise riteneva dovuti e che non sarebbero stati erogati. Mentre per l’eventuale modifica del nomenclatore, per fissare il costo del servizio di Radioterapia, materia all’attenzione della commissione mista istituita proprio dal commissario alla sanità, si aspettava, e forse si aspetta ancora, la validazione del Tavolo tecnico. Il tutto mentre sono oltre 13mila i cittadini che hanno sottoscritto la raccolta di firme contro lo stop delle prestazioni, inviata al ministro della Salute Orazio Schillaci.
Ma ad alimentare i malumori di Toma ci sarebbe anche la valutazione di inammissibilità fatta dalla commissione Bilancio del Senato, dell’emendamento finalizzato ad azzerare il deficit sanitario, sollecitato dallo stesso governatore e contenuto nell’emendamento al Pnrr, primo firmatario il parlamentare di Forza Italia Claudio Lotito. Provvedimento che chiedeva di autorizzare la Regione Molise a ripianare in quote costanti, in 10 anni a decorrere dall’esercizio 2023, il deficit relativo all’esercizio 2021 e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022.
Il famoso provvedimento ‘salva Molise’, sollecitato dallo stesso Toma, come governatore e non come commissario, che a questo punto non potrà proseguire il suo iter. Lasciando alla regione i debiti accumulati negli ultimi anni. Oltre 500 milioni di euro.
Carmen Sepede
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