La decisione è stata formalizzata questo pomeriggio. Le deleghe tornano a Toma e la Giunta diventa a quattro


CAMPOBASSO. Vincenzo Niro si è dimesso da assessore regionale. Una decisione che era nell’aria e che Niro ha formalizzato questo pomeriggio, 6 marzo, dopo un colloquio con il presidente Donato Toma, alla vigilia della seduta di Consiglio nella quale sarebbe dovuto rientrare come consigliere surrogato, al suo posto, l’esponente dei Popolari per l’Italia Antonio Tedeschi.

Niro dunque lascia le deleghe a lavori pubblici, viabilità, infrastrutture, demanio e servizio idrico regionale e torna a fare il consigliere, mentre si chiude per Tedeschi la possibilità di entrare nell’aula di Palazzo D’Aimmo, nonostante la pronuncia della Cassazione, che accogliendo il suo ricorso ha sancito che l’istituto della surroga non poteva essere abolito a legislatura in corso.

Le dimissioni di Niro, che secondo i rumors sarebbero state sollecitate dallo stesso governatore, sarebbero funzionali a consentire a Toma di avere i numeri in aula per l’approvazione degli ultimi provvedimenti prima della scadenza del mandato, a partire dagli atti di bilancio. Un equilibrio già traballante, che la presenza di Antonio Tedeschi, da tempo lontano politicamente da Donato Toma, avrebbe messo ancor di più in discussione. In realtà Niro ha parlato di decisione presa per motivi politici, per rafforzare il ruolo del partito, i Popolari per l’Italia, da lui stesso guidato.

Sempre di oggi il decreto n.17 con cui Toma prende atto delle dimissioni di Niro e annuncia che prenderà lui le deleghe restituite dall’assessore. Si riduce dunque, da cinque a quattro, il numero degli assessori in carica: Vincenzo Cotugno (vicepresidente), Filomena Calenda, Nicola Cavaliere e Quintino Pallante.

Escluse dunque le dimissioni da assessore di Quintino Pallante, anche questa un’ipotesi avanzata nei giorni scorsi, che resterà componente della Giunta mentre al suo posto, come consigliere surrogato, domani dovrebbe entrare Filoteo Di Sandro, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che da leader di partito, nonostante il contrasto per l’abolizione delle surroghe, non dovrebbe far mancare il suo supporto alla maggioranza di centrodestra.