La segretaria generale Tecla Boccardo spiega le ragioni del no del sindacato alla proposta del Governo Meloni. Il 15 dicembre mobilitazione a Campobasso


CAMPOBASSO. “Il 15 dicembre tutte le categorie della Uil, del settore pubblico e di quello privato, si mobiliteranno per dire ‘No’ a una manovra iniqua, che non ci è piaciuta sin dall’inizio. Speravamo in qualche apertura in più nell’ultimo incontro con il Governo, ma purtroppo su salari, pensioni, precariato e fisco non si sono riscontrate aperture”. Così la segretaria generale della Uil , Tecla Boccardo.

“Quali potrebbero essere i risvolti di una simile manovra in una regione come il Molise? In un territorio dove manca il lavoro, ad esempio, incentivando l’utilizzo dei voucher portandoli addirittura fino a 10.000 euro all’anno significherebbe offrire un assist a quanti non vogliono creare lavoro stabile e tutelato. Si pagheranno meno i lavoratori e non si applicheranno i contratti, aumentando il rischio povertà e del caporalato – ha precisato Boccardo – E poi, la flat tax ipotizzata, secondo un nostro studio stima la differenza di imposizione fiscale tra autonomi con un fatturato di 85 mila e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente, dell’800%: fino a 27 mila euro di Irpef in meno. Una differenza spropositata”.

“Questa manovra va cambiata – ha rimarcato la sindacalista – Il Governo sta scegliendo la strada sbagliata per affrontare i problemi concreti delle persone e ci opporremo convintamente a queste scelte. Chiediamo maggiore attenzione per i precari che non vedono nessun intervento che migliori le loro condizioni o incentivi stabilizzazioni e decontribuzioni. Per i pensionati, per le donne, lavoratrici e lavoratori che hanno bisogno di segnali concreti sulle loro pensioni e sulle buste paga, nessun intervento degno di nota”.

“Non possiamo restare in silenzio dinanzi a questa manovra, che non ci piace affatto. Dalle 11 del 15 dicembre – annuncia la leader della Uil molisana – saremo tanti, a manifestare a Campobasso, in Piazza Prefettura, per dar voce ai più deboli, a quanti speravano e sperano ancora in interventi che possano migliorare la loro quotidiana condizione di vita, ma che oggi non possono sperare in nulla se gli interventi del Governo resteranno quelli annunciati.”