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Isernia, una storia di ‘buonasanità’: “Così al Veneziale mi hanno salvato la vita”

Il racconto è stato affidato ai social network dalla sua protagonista


CAMPOBASSO. Salvata da un tumore grazie alla prontezza e alla professionalità del personale dell’ospedale di Isernia. Il racconto della sanità molisana a volte assume tratti desolanti e drammatici. Ma non è sempre così. Pur nelle criticità in cui versano, l’abnegazione dei medici della struttura fa la differenza. È il caso di Daniela Di Placido, che ha deciso di affidare la sua storia – una volta tanto di ‘buonasanità’ – ai social network.

“Essendomi imbattuta in diversi articoli e post sui social media, riguardanti la malasanità molisana, ho deciso di pubblicare la mia esperienza presso l’ospedale ‘Veneziale’ di

Isernia – scrive Daniela – Il 25 luglio scorso ho avuto un improvviso malore caratterizzato da dolori addominali acuti e vomito, sintomi che non passavano nonostante i farmaci presi, così al mattino mi sono recata al pronto soccorso dell’ospedale di Isernia dove avendo sospettato

un blocco intestinale il dottor Pastore si è subito attivato facendomi inserire un sondino

nasogastrico e prescrivendo una TAC di urgenza, subito eseguita”.

Qui la rivelazione: dalla Tac era emersa una massa intestinale sospetta. Al servizio di Endoscopia digestiva il dottor Esposito ha quindi ritenuto di eseguire una colonscopia, visualizzando un grosso tumore che occludeva l’intestino di Daniela. Da questa diagnosi Esposito programma insieme al dottor Pastena un intervento in urgenza per il mattino seguente.

“Trascorsa la notte sveglia e pregando che fosse solo un sogno – prosegue Daniela – al mattino mi portarono in sala operatoria dove ho trovato un ambiente molto amorevole e familiare, tutti intorno a me lavorarono duramente per farmi affrontare al meglio l’intervento che mi avrebbe salvato la vita, infatti il mio intestino era ormai danneggiato e il tumore rischiava di infiltrarsi nel fegato, la prospettiva era di uscire dalla sala operatoria con delle sacche di raccolta per le feci (colonstomia) e conseguenti cicli di chemioterapia. Uscita dalla sala operatoria, invece – racconta la protagonista della storia – mi sono ritrovata solo con una lunga ferita e con tanto dolore: il dottor Pastena e il dottor Esposito erano riusciti ad eseguire l’intervento di asportazione del tumore senza la colonstomia”.

“La degenza post operatoria presso il reparto di Chirurgia, nonostante l’intervento, il dolore e le aspettative di vita, è trascorsa in maniera a dir poco piacevole: tutto il personale infermieristico, medico e Oss è stato sempre attento alle mie esigenze di vita quotidiana, a

cominciare dalla caposala Incollingo fino a tutto il personale di assistenza, aiutandomi non solo dando le cure necessarie, ma molto anche dal punto di vista psicologico, in quanto

mi trovavo da sola in uno stato di sofferenza e lontano dai miei figli e la mia famiglia”.

“Sono stata dimessa dopo 15 giorni in attesa del referto dell’esame istologico da far valutare presso il reparto di Oncologia – ricorda poi Daniela – referto che quando è stato valutato dal dottor Assalone a cui sono stata affidata, ha dato esito di carcinoma ben eradicato, pertanto non vi è bisogno di eseguire chemioterapia. Sono tutt’ora affidata alla guida del dottor Assalone nel percorso di follw-up”.

“Non posso fare altro che ringraziare l’ospedale ‘Veneziale’ per la prontezza e la professionalità con cui sono stata trattata, nonostante le gravi carenze di organico medico, infermeristico e ausiliario – conclude Daniela – e sperare in un futuro più roseo dove il cittadino possa sentirsi al sicuro nel nostro ospedale che con tanta fatica da parte di tutti gli operatori riesce comunque a dare il meglio, sicurezza che io ho percepito fin dal primo istante”.

Pietro

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