Venti anni dal sisma, Toma: “Scuole sicure priorità della Regione”

In Consiglio le riflessioni e un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della tragedia di San Giuliano di Puglia


CAMPOBASSO. “Scuole sicure priorità della Regione”. Lo ha ribadito il governatore Donato Toma nel corso del Consiglio regionale in ricordo della tragedia di San Giuliano. Riflessioni in Aula e un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.


“Venti anni – ha sottolineato il governatore – che, tuttavia, non bastano per lenire il dolore di una comunità che ha sofferto un dramma indicibile, il più duro che si possa affrontare. Non ci sono parole per descrivere lo strazio provato da chi ha vissuto quella tragedia con i propri occhi e con il cuore dilaniato dal dolore. Non è umanamente sopportabile una realtà in cui 27 bambini e una maestra muoiono mentre sono a scuola, nell’unico edificio che quel giorno maledetto crolla del tutto.

In Aula il ricordo delle vittime


Solo il silenzio della commemorazione e la riflessione su cosa è stato fatto e cosa si può ancora fare, per evitare simili sciagure, possono scandire il nostro giorno del ricordo. Dal 2003 la Regione ha istituito per legge la Giornata della Memoria, caricandola di significati che non colmeranno mai il vuoto lasciato dentro di noi, donne e uomini, cittadini e amministratori, ma che possono tracciare un nuovo segmento nel solco di quella tragedia”.
Sì, c’è un prima e un dopo San Giuliano di Puglia– “Quella mattina di 20 anni fa – ha detto ancora Toma – ha segnato le nostre coscienze e ha cambiato la percezione collettiva della sicurezza dentro e fuori i luoghi pubblici e privati, modificando in maniera determinante le attività di mitigazione del rischio sismico attraverso la definizione della nuova classificazione sismica nazionale.
La Regione Molise ha risposto con forza alla richiesta di sicurezza e alla domanda di prevenzione. Siamo anelli di congiunzione di una catena che parte dallo Stato, che ha il compito di garantire le buone politiche di prevenzione e di tutela dei contesti civili e sociali costituiti dalla sicurezza e dalla scuola, da sempre fondanti nella nostra società. Negli anni, abbiamo messo in sicurezza la gran parte del patrimonio scolastico. Sono state costruite o ristrutturate scuole che ora sono moderne e sicure. Lo dimostrano i rilievi realizzati dopo le ultime scosse. Gli edifici non hanno subito danni e sono pochissimi i plessi che necessitano di piccoli interventi che non sono comunque collegabili ai recenti eventi sismici.

Con i fondi per la ricostruzione post 2002, e con quelli che lo Stato ha messo a disposizione dell’edilizia scolastica negli anni successivi, c’è stato un lavoro importante anche per mettere in sicurezza le scuole nei paesi non colpiti dal terremoto, in provincia di Isernia soprattutto. La Regione ha avviato diversi programmi per completare il lavoro cominciato in provincia di Campobasso. I finanziamenti ministeriali permettono adesso di terminare l’opera.
Volgendo lo sguardo al doloroso passato vissuto nei paesi del cratere, ritengo sia rilevante citare uno degli interventi cui tenevamo maggiormente, perché ancora legato a quella tragedia. Mi riferisco alla realizzazione della nuova scuola di Colletorto, paese fortemente colpito sul piano strutturale. Tre mesi fa, finalmente, la comunità colletortese si è riappropriata della sua scuola. Abbiamo inaugurato una struttura polifunzionale su tre piani, con palestra annessa, ricostruita completamente su quella, storica, frequentata da diverse generazioni di bambini e ragazzi della comunità locale. L’edificio ospita la scuola primaria e la secondaria di primo grado. All’ingresso, una scultura in pietra ricorda i 27 piccoli angeli di San Giuliano di Puglia e la maestra Carmela Ciniglio. Un monumento che emoziona, e un monito per le generazioni di oggi e per quelle future.
Stiamo inoltre seguendo con attenzione gli sviluppi dei progetti finanziabili con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così come quelli avviati in base a programmi statali di finanziamento dell’edilizia scolastica e sportiva.
La priorità si sposta ora nel campo dell’edilizia religiosa su cui siamo intervenuti tanto nel corso degli anni. Il riferimento non è al sisma del 2002 ma a quello del 2018. Alcuni paesi molisani sono oggi privi dell’unica chiesa di riferimento. Stiamo lavorando per restituire a breve questi edifici alle funzioni religiose e alla vita sociale delle comunità interessate. È un obiettivo di breve termine.
Avremo modo di illustrare in altre circostanze tali novità, ora, in attesa di raggiungere il cimitero di San Giuliano, dove echeggeranno i 30 rintocchi della campana degli angeli, ci fermiamo per onorare la memoria di chi non è più con noi ma vivrà in eterno nel ricordo. Per il Molise questo sarà per sempre il giorno del cordoglio, del silenzio, della riflessione profonda”.

L’intervento del presidente

“Dopo vent’anni – ha detto durante il suo intervento in Aula il portavoce del M5S Fabio De Chirico – questo è il giorno della commemorazione, ma soprattutto della riflessione sui ritardi e sugli errori commessi dall’uomo e sull’urgente necessità di accelerare gli interventi in materia di edilizia scolastica.

È giusto soffermarsi sul tema della sicurezza degli edifici, in particolar modo di quelli scolastici, e su quanto ancora c’è da fare in tal senso. La commemorazione e il racconto di una storia deve trasmettere un insegnamento altrimenti rimane fine a sé stessa. Sarebbe auspicabile che la coltivazione storica di un momento così nefasto diventasse, attraverso la sensibilizzazione, vera e propria cultura della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle norme.

La crescente consapevolezza su questo tema interessa l’intera filiera operativa, la politica che programma gli interventi, i diversi livelli istituzionali che li attuano e i tecnici e gli operatori che progettano, costruiscono materialmente o ristrutturano gli edifici.

Eppure, a distanza di vent’anni, ancora viviamo situazioni al limite dell’incolumità e della sicurezza. L’analisi dei dati non è affatto confortevole: il patrimonio edilizio scolastico è vecchio e malconcio, oltre il 40% degli edifici è stato costruito prima del 1976, e più della metà è privo di certificazione di agibilità statica e di prevenzione incendi. Oltre il 40% è privo del collaudo statico.

Eppure in seguito al crollo della scuola elementare di San Giuliano, con la legge finanziaria 2003, venne istituito un ‘Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici’ che però ha interessato solo una porzione limitata del patrimonio edilizio scolastico. Infatti una specifica e dettagliata relazione della Corte dei Conti del 2018 evidenziò l’inadeguatezza delle risorse finanziarie stanziate in relazione al fabbisogno stimato e all’urgenza degli interventi. Ma rilevò anche difficoltà procedurali nell’attuazione del Piano, rallentamenti e persino la forzata eliminazione del 24% degli interventi programmati. Fece emergere, inoltre, la forte preoccupazione per l’incompleto e lento adeguamento alla normativa vigente in materia, la gravità della mancata messa a norma dal punto di vista sismico per molti edifici, tenuto conto delle conseguenze e della giurisprudenza penale in materia.

Insomma, la situazione non è certo rosea, anche se a dire il vero gli ultimi Governi sembra abbiano voluto invertire la rotta soprattutto con le ultime pianificazioni. Sono 216 le nuove scuole che saranno costruite attraverso il piano previsto dal Pnrr. Due di queste in Molise. Un investimento di oltre 1 miliardo di euro. Risorse che, insieme agli altri 3,9 miliardi previsti per la messa in sicurezza, dovranno far fronte a necessità e carenze di lungo periodo.

Infine non possiamo e non dobbiamo dimenticare gli strascichi che quel terremoto di vent’anni fa provocò sul territorio e sui bilanci delle amministrazioni locali. Quasi un migliaio di famiglie rimasero senza casa per oltre un decennio a causa delle lungaggini e delle complicanze amministrative. Molte di queste famiglie sono state isolate nei villaggi provvisori e nelle casette in compensato, ormai consumate dal freddo e dal sole. C’è chi ancora oggi vive con la famiglia in pochi metri quadrati, a 3 chilometri da Bonefro, perché gli interventi di ricostruzione sulla propria abitazione non sono stati fatti in maniera adeguata. Parlo di persone che fanno parte della nostra comunità, mi riferisco a molisani che hanno sentito per anni promesse e parole e che hanno definitivamente perso la fiducia verso chi, invece, avrebbe dovuto rispondere con tempestività alle richieste di aiuto”.

Deborah

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