All’accusa dell’assessore regionale al sindaco di Termoli, di non essersi speso per lui e per la coordinatrice azzurra Annaelsa Tartaglione, è arrivata la replica, e la definizione di ‘poltronista’. Comincia il ‘totocandidature’, ma è già chiaro che i vertici si decideranno a Roma. Con una spartizione di caselle tra Molise, Lazio, Lombardia e Friuli


CAMPOBASSO. Elezioni Politiche, archiviato il momento dell’analisi politica è ora in corso quello delle accuse.

Clima teso soprattutto in Forza Italia, dove si è aperta una guerra di riposizionamenti, anche e soprattutto in vista delle imminenti Regionali.

A lanciare il sasso, senza nascondere la mano, l’assessore regionale Nicola Cavaliere, che ha accusato apertamente il sottosegretario alla presidenza della Giunta Roberto Di Baggio di non essersi impegnato in campagna elettorale.

Accuse ancor più dirette, quelle che Cavaliere ha rivolto al sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso Francesco Roberti, reo a suo avviso di non aver fatto votare per lui e soprattutto di non essersi speso per la coordinatrice regionale Annaelsa Tartaglione. Che pur lo aveva sostenuto nella candidatura per Palazzo San Francesco e Palazzo Magno.

Ma, al contrario, di aver tirato la volata da una parte a Fratelli d’Italia, con Costanzo Della Porta, eletto al Senato, e dall’altra a Michele Marone, che non è approdato in Parlamento ma si sta giocando, con gli altri coordinatori della Lega, un posto da sottosegretario, per precisa indicazione di Matteo Salvini.

Accuse tutt’altro che velate, quelle che Cavaliere ha rivolto a Roberti, definito un “voltaspalle”. A cui ha fatto seguito la replica del primo cittadino di Termoli, che a sua volta lo ha accusato di “poltronismo”. Facendo riferimento ai tanti incarichi che, da un trentennio a questa parte, Cavaliere ricopre nelle istituzioni del Molise.

C’è da dire che il nome di Roberti è tra quelli emersi nel totocandidature per le Regionali in casa centrodestra. Anche se Fratelli d’Italia, forte del risultato delle Politiche, spinge per avere il vertice di Palazzo Vitale.

La partita, questa volta più che mai, si deciderà a Roma. Con i leader nazionali dei partiti di centrodestra che si ‘spartiranno’ le caselle. E le candidature, in Molise, Lazio, Lombardia e Friuli. Le Regioni che stanno per andare a scadenza di legislatura.

Mentre Salvini mette le mani avanti. E dice che in tutte e quattro le regioni il centrodestra correrà unito. Un auspicio, il suo, in questo momento. Più che una certezza. Visto il clima da fratelli coltelli.

C.S.