Lotto Zero: opera sì, opera no? Il sindaco valuta un progetto alternativo. Ma le minoranze temono conseguenze

In Aula consiliare di scena ieri un nuovo confronto sulla realizzazione dell’ormai famigerata opera che arriverebbe a costare 200 milioni di euro


ISERNIA.  Su sollecitazione della minoranza, in Consiglio comunale è tornata centrale la questione del Lotto Zero.

“OPERA SÌ, OPERA NO?”: questo l’interrogativo rivolto al sindaco di Isernia, Piero Castrataro, che ha ribadito la sua posizione. Il primo cittadino, sostanzialmente, si è detto contrario all’attuale progetto e, nonostante l’Anas abbia già attivato l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura, intende ancora proporre un tracciato alternativo, più sostenibile e meno costoso.

Ma i consiglieri d’opposizione temono che, in tal mondo, si perda un’ennesima occasione di sviluppo.

LA POSIZIONE DEL SINDACO. Incalzato dal consigliere di Isernia Civica, Cosmo Tedeschi, il sindaco Castrataro ha spiegato: “Io non sono contro la realizzazione di una bretella di collegamento tra il bivio di Miranda, cosiddetto Lotto 1, e la zona sottostante il comune di Pesche. Però ho sempre detto che spendere quella cifra, e parliamo di 170 milioni di euro, prima dell’adeguamento prezzi, per 4-5 chilometri è abbastanza assurdo, in un posto come il nostro che è povero di infrastrutture che consentono di attrarre traffico. Ho avuto un colloquio molto informale con il commissario Anas, grazie all’onorevole Federico, per capire la genesi dell’opera. Fermo restando che sono contrario all’iter dell’opera e alle attuali stime costi-benefici, il commissario ci ha detto che non può far altro che far realizzare quell’opera così come progettata. E con un adeguamento prezzi del 20%, si arriverà a 200 milioni.

Quindi mi chiedo: stiamo spendendo bene i soldi dei cittadini? Secondo me, da tecnico, no”.

LA SOLUZIONE ALTERNATIVA. E ha proseguito: “Si può fare un’opera più leggera e meno costosa, a valle delle sorgenti di San Martino, senza viadotti e gallerie e che potrebbe servire meglio anche la città di Isernia con svincoli per l’università, la zona sportiva – che sarà arricchita di interventi come nuovo palazzetto e ciclovia, ecc – Secondo me vale la pena ritardare e avere un’opera che costa meno, che ha meno impatto ambientale e che sia davvero utile per Isernia, decongestionando il traffico, anche in previsione della realizzazione di Mc Donalds. La città avrebbe un maggiore vantaggio. Il mio indirizzo è quello di portare presto in Consiglio una valutazione tecnico-economica su un tracciato alternativo.

La mia posizione – ha poi concluso Castrataro – non è contro lo sviluppo, ma preferisco uno sviluppo più sostenibile. E la mia contrarietà non è all’opera, ma a quel progetto”.

LE OPPOSIZIONI E I RISCHI PER IL COMUNE. Il primo a replicare al sindaco, in un pacato clima di confronto, è stato il consigliere di Forza Italia, Cesare Pietrangelo, il quale ha ripercorso in Aula le tappe della progettazione dell’opera: “Il Comune – ha precisato in primis – ha dovuto già pagare 4-5 milioni di euro per il progetto, perché l’allora amministrazione Melogli ha voluto che il Comune fosse ente appaltante. È stata già fatta la cosiddetta Via (valutazione impatto ambientale) da cui è emerso che il territorio di Le Piane non era adatto per realizzare le fondamenta dell’infrastruttura. E quindi ci fu una prima variante e la necessità di un secondo progetto, il quale però era troppo a ridosso delle sorgenti di San Martino. Infine, fu fatto terzo progetto per tutelare le sorgenti, con meno viadotti. La zona interessata dall’opera è di bosco ceduo – ha sottolineato Pietrangelo con l’intento di sgombrare dubbi sull’impatto ambientale – che comunque va tagliato ogni 20 anni almeno, quindi non andiamo a mortificare in maniera perenne la natura. E dirottiamo il traffico pesante fuori dalla città, diminuendo le polveri sottili”.

A fargli da eco Cosmo Tedeschi che teme per le sorti dell’opera e ha paventato un danno erariale: “Quest’opera così non la facciamo più – ha esordito l’esponente di Isernia Civica – Sono anni che studiamo un tracciato e abbiamo già pagato i progettisti. Così facciamo un danno erariale e apriamo un altro lodo. Cerchiamo di trovare una soluzione insieme, magari delle varianti in corso d’opera. Ormai è iniziato il disboscamento, non possiamo interrompere l’iter avviato. Il Commissario (Anas, ndr) deve fare l’opera”.

Per Domenico Chiacchiari di Isernia Migliore non si può perdere l’occasione e se l’è presa con la politica: “Noi qui a Isernia non abbiamo nulla. Da prima che io nascessi si parlava di autostrada del Molise, che poi non è stata mai fatta. A mio parere per gelosie politiche”. Il riferimento è al progetto varato e approvato sotto Iorio e poi respinto dal successore Frattura in favore di altre opere, tra cui la Metropolitana leggera. Poi è arrivato Toma con la ‘Quattro corsie’. “Dopo 20 anni – ha aggiunto – abbiamo la possibilità di realizzare un progetto. L’Anas ha finalmente un progetto cantierabile e noi, che già non abbiamo nulla, ci permettiamo di dire ‘no’. Non è ammissibile”.

A chiedere il cerchio del confronto, che di fatto non si è tradotto in alcuna decisione sull’annosa questione, è stato Vincenzo Di Luozzo dei Popolari per l’Italia: “Ognuno di noi è convinto che spendere meno e spendere bene sia la soluzione migliore. Oggi non è possibile fare nulla. Se non pensare di apportare eventualmente modifiche ad opera in corso.  Tornare indietro sarebbe deleterio. Credo che mettere ostacoli all’iter di realizzazione dell’opera sia rischioso per il Comune”.

In ogni caso, a settembre ci sarà la gara per l’affidamento dei lavori.

Alessandra Decini

Alessandra

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