La mappa dell’emergenza realizzata dall’osservatorio Vega Engineering


CAMPOBASSO/ISERNIA. Morti sul lavoro: c’è il Molise tra le regioni italiane in cui si registra una incidenza maggiore. Un dato ormai evidenziato da tempo e che non accenna a diminuire quello venuto fuori dal nuovo studio dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

Il dato come sempre più significativo nell’indagine è il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, analizza da sempre infatti l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi sette mesi dell’anno è di 18,3 decessi ogni milione di occupati. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio mestrino elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori. 

A finire in zona rossa alla fine dei primi sette mesi del 2022, con un’incidenza superiore al 125% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,3 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise Calabria e Umbria.

In zona arancione: Marche, Toscana, Puglia, Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Veneto.

In zona gialla: Sardegna, Piemonte, Lazio, Abruzzo e Lombardia.

In zona bianca: Basilicata, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A LUGLIO 2022

A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è ancora la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (60).

Seguono: Veneto ed Emilia Romagna (39), Lazio (35), Toscana (34), Campania (32), Piemonte (31), Sicilia (27), Puglia (26), Trentino Alto Adige (19), Calabria e Marche (14), Sardegna (10), Umbria (9), Abruzzo (7), Liguria (5), Valle D’Aosta (4), Molise (3), Basilicata e Friuli Venezia Giulia (2).

Anche nei primi sette mesi del 2022 il settore Trasporti e Magazzinaggio fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 63 (13 vittime in più del mese precedente. Seguono: Costruzioni (62) e Attività manifatturiere (41).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (145 su un totale di 412). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 55,3 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 10,5), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 12,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi e che i giovanissimi, cioè i lavoratori sotto i 25 anni, rischiano di morire sul lavoro più dei lavoratori più “maturi”.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio del 2022 sono 33 su 412. In 29, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 71.

Il martedì si conferma anche nei primi sette mesi 2022 come il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.

Le denunce di infortunio totali sono in aumento (+ 41,1% rispetto luglio 2021). A fine luglio 2021 erano infatti 312.762 mentre a fine luglio del 2022 sono 441.451.

Più di 60 mila poi sono gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Oltre 44 mila quelli nelle Attività manifatturiere e superano i 39 mila nei Trasporti.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi sette mesi del 2022 sono state 188.509, quelle dei colleghi uomini 252.942.