Venafro, pubblici i dati dello studio epidemiologico sull’aria: ecco la situazione

Ieri la presentazione dell’attesissimo studio dei ricercatori del Cnr di Pisa. Criticità sui valori del Pm 2.5 in alcune aree rispetto alle malattie cardiovascolari che richiederanno maggiori approfondimenti. Non utilizzabile nel lavoro fatto il Registro tumori: dati fermi al 2013. VIDEO


VENAFRO. Presentati ieri i risultati dello studio epidemiologico ambientale condotto nella piana di Venafro – che ha interessato tutti i comuni dell’hinterland di Venafro, ovvero Sesto Campano, Pozzilli, Montaquila, Conca Casale, Filignano, Monteroduni, Macchia d’Isernia – dai ricercatori dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa.

Lo studio di coorte residenziale, commissionato al Cnr grazie al finanziamento concesso dalla Regione Molise, è nato da una proposta iniziale dell’associazione Mamme per la Salute, recepita e fatta propria dall’amministrazione comunale. Numerosi i sindaci e gli amministratori locali presenti all’incontro, svoltosi presso la Palazzina Liberty, tra i quali non sono mancati l’assessore regionale venafrano Vincenzo Cotugno e il presidente della Regione Donato Toma.

GUARDA IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO (a cura di Zona Rossa Web Tv)

Come ricordato dal sindaco di Venafro Alfredo Ricci, lo scopo dello studio è stato quello di mettere in collegamento i dati di mortalità e morbilità in associazione con quelli ambientali e anagrafici, per potere ricostruire su base scientifica l’interazione tra malattie e fattori di pressione ambientale.

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Ma quali i risultati tanto attesi dai residenti nella Piana di Venafro? “È emersa – ha continuato Ricci – sicuramente una criticità di dati che rispetto ai parametri e ai limiti normativi sono molto prossimi al massimo del consentito. Se consideriamo i limiti indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità che sono più bassi rispetto a quelli attualmente vigenti, sforiamo sicuramente quei parametri e quindi c’è una fotografia di una criticità rispetto al PM2,5 e al DeNOx. Emerge, poi, un dato sicuramente allarmante su alcune patologie. Oggetto di studio sono stati in particolare le patologie cardiovascolari dal 2006 al 2019, le patologie cardiache in genere e le tumorali anche – sebbene paradossalmente su quelle c’è stata più difficoltà perché, come sappiamo, nella nostra regione il Registro tumori è fermo a pochi anni e quattro anni di Registro, evidentemente, da un punto di vista scientifico danno dei dati che non sono sufficienti e non sono indicativi per poter fare uno studio come si deve. Tali dati però sono stati ugualmente considerati, pur con i dubbi scientifici del caso”.

È emersa – ancora il sindaco – una criticità rispetto alle zone più prossime agli impianti produttivi impattanti. Questo dato c’è, ma non è sufficiente perché come emerge dallo studio c’è bisogno di ulteriori approfondimenti, c‘è bisogno di ulteriori iniziative come ad esempio la caratterizzazione delle polveri attraverso un monitoraggio ancora più dettagliato da parte di Arpa Molise. Su questo noi abbiamo, già dal gennaio 2020, concordato con la Regione Molise l’acquisto di centraline mobili specializzate e stiamo attendendo ancora che entrino in esercizio. È prevista chiaramente un’attività di potenziamento del Registro tumori, perché senza quei dati non si riesce a ricostruire in maniera scientificamente valida la dinamica legata alle malattie tumorali. Emerge tutta una serie di ulteriori approfondimenti che possono e devono essere fatti, ma questo è per dire che lo studio non è un punto di arrivo, non è la soluzione. Non lo abbiamo mai detto e mai l’abbiamo pensato, però è uno strumento che noi come amministrazioni  locali – Venafro insieme agli altri 7 Comuni – abbiamo messo a disposizione del territorio e soprattutto delle altre istituzioni”.

Alcuni dei presenti alla presentazione dello studio

“I dati – ha concluso il sindaco – non danno ancora una risposta finale e quindi allarme eccessivo non deve venirne, però i dati segnalano queste criticità e allora l’attenzione deve restare alta. Si può essere più sereni rispetto a un fatto: le istituzioni, non solo il Comune di Venafro ma anche l’Arpa, la Regione, i Comuni della zona, l’Asrem, si sono impegnati in questa fase e l’attenzione deve restare alta anche in seguito”.

In merito al Registro tumori, il governatore Toma ha sottolineato che “la Regione Molise ha una task force per inserivi i dati storici, i dati presenti e i dati che rileveremo, in maniera tale da poter avere una casistica e da poter valutare ciò che sta succedendo appunto in quest’area”.

A fornire invece un sunto del corposo studio – circa 150 pagine – è stato Fabrizio Minichilli, ricercatore dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, responsabile dello studio epidemiologico e coordinatore dello studio di coorte.

Il ricercatore del Cnr Fabrizio Minichilli

Lo scienziato ha evidenziato come in presenza di risultati di PM 2.5 più consistenti in alcune aree del territorio della Piana – con concentrazioni dai 15 microgrammi in su rispetto al limite fornito dall’Oms di 5 mg – ci sono eccessi di malattie cardiovascolari che necessitano di ulteriori approfondimenti, visto che persiste comunque un’incertezza nei risultati, data da un numero minore di casi esposti. Infatti, ha sottolineato Minichilli, l’area più esposta ha una popolazione che si aggira intorno ai 350 soggetti. “Prima di tutto è necessario andare a caratterizzare meglio il PM 2.5, per capire quanta parte di queste polveri sottili è di fonte industriale e quanto invece è di fonte dovuta al traffico veicolare”.

Quanto invece al Registro tumori, “purtroppo non è stato utilizzato perché fermo al 2013 e, come si può immaginare, essendo dati vecchi di 10 anni e limitati a solo 4 anni, non abbiamo potuto usarli a scopo epidemiologico. L’unica cosa che abbiamo potuto fare è stata andare a studiare i tumori  attraverso la mortalità, però non è l’indicatore di salute corretto per andare a valutarne l’incidenza. Alcuni risultati li abbiamo ottenuti, anche se vanno riportati a scopo descrittivo, cioè ci servono per andare a fare dei focus utilizzando il Registro tumori. Ad esempio, se verrà ampliato il periodo del Registro, uno dei risultati che abbiamo ottenuto ma che andrà approfondito è quello del tumore alla mammella, che è risultato in eccesso e che necessita approfondimento. Comunque – ha concluso il ricercatore del Cnr – il tumore alla mammella era una di quelle cause indicate dall’associazione delle Mamme per la Salute come da approfondire ed  era anche un risultato preliminare che veniva fuori dallo studio ecologico fatto all’inizio di questo percorso”.

Pba

Pasquale

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