La piazza si è rivoltata contro la società: tutti si sentono traditi e chiedono giustamente indietro i soldi spesi per l’abbonamento: “Ci avete rubato un sogno”. Il massimo dirigente sarebbe pronto con una mossa a reagire rilanciando con il progetto per una serie D ‘a vincere’. Sta cercando di tamponare i malumori degli sponsor alcuni dei quali sono ancora con lui. Riconquistare la fiducia della gente ora come ora pare un’impresa impossibile: “Deve metterci innanzitutto la faccia”.


di Maurizio Cavaliere

Il giorno dopo lo schiaffone del Coni, a Campobasso si sentono tutti traditi: giocatori, tifosi, tecnici. Gran parte del popolo rossoblù è sul piede di guerra. Gli striscioni contro la società, affissi ieri sera e poi rimossi, sono un segno di rabbia forte e chiaro. Davanti alla sede non c’è più l’insegna del club, il ritiro è saltato di nuovo e anche lo Store ha chiuso i battenti, ‘temporaneamente’ è scritto su un foglio. Un tracollo senza fine, insomma, mentre gli stessi giocatori ‘salutano’ il popolo campobassano con post colmi d’amore e riconoscenza.

Mario Gesuè è stato sepolto da una quantità smisurata di commenti negativi e offese, purtroppo, anche a livello personale. La paura di tanti è che il calcio campobassano possa nuovamente sparire, mentre per altri anche la serie D sarebbe un fastidio. La questione più delicata è poi quella dei soldi spesi per gli abbonamenti (circa 120mila euro) che i tifosi rivogliono giustamente indietro: lo fanno capire senza mezzi termini.

Soprattutto per questo motivo, abbiamo provato per l’ennesima volta a contattare Gesué il quale non si fa vivo ormai da settimane. Anche stavolta non ha risposto, ma abbiamo raccolto alcune interessanti considerazioni da gente che in queste ore di caos e delusione lo ha sentito.

Pare che il massimo dirigente (de facto) della società sia crollato emotivamente subito dopo la sentenza e che abbia intenzione di uscire allo scoperto con un comunicato stampa in cui spiegherebbe la posizione della società rispetto alla Federcalcio. Il ricorso al Tar del Lazio (per richiedere la serie C) sarà presto depositato e nel frattempo Gesué creerà i presupposti per ripartire comunque dalla serie D. Questa è la novità di oggi sul piano sportivo.

Non ‘scapperebbe’ dunque come credono in molti ma ci metterebbe la faccia – cosa che avrebbe dovuto fare prima delle ultime due sentenze – anzi rilancerebbe con una squadra programmata per provare a (ri)vincere il campionato dilettanti. Basterebbe questo per riabilitarlo agli occhi della gente? Certamente no. ma, se ci fossero ancora le condizioni per fare calcio, sarebbe probabilmente questa la soluzione più ovvia e utile.

Soprattutto a lui, a a Mario Gesué, non conviene che il giocattolo si rompa del tutto: sì, è vero che il club non può avere più pretese sui giocatori che ora sono liberi, ma anche così Gesué ci rimetterebbe l’osso del collo sul piano economico.

Il massimo dirigente del Campobasso sta lavorando in questo momento per tenere buoni gli sponsor che ovviamente non hanno gradito il tonfo… federale.

Riuscirà Gesué a rimettere insieme parte dei cocci del vaso rossoblù?

Da ieri si è inoltre conclusa anche l ‘avventura di Andrea Vertolo e degli altri dell’ufficio comunicazione. .

Da verificare poi, come detto, la posizione degli sponsor. Quello che è più interessato all’evoluzione della situazione è ovviamente Levigas perché il titolare, Flavio Battista, sempre presente e pronto a dare una ma no, detiene anche delle quote in società, che non è proprio una cosa di cui vantarsi in questo momento. Che farà il main sponsor rossoblù? Darà ancora fiducia a Gesuè e al suo eventuale rilancio? E gli altri? Conoscendo la passione sportiva e l’affidabilità di Giannunzio Magnifico siamo pronti a scommettere che Autopia non si tirerebbe indietro nel caso in cui il Campobasso tornasse in serie D e lo facesse con un progetto serio. Lo sponsor campobassano farebbe la sua parte e probabilmente sarebbero della partita anche gli altri, forse pure Molisana Trasporti. Da verificare invece la posizione dello sponsor più recente ovvero la beneventana Tecnorex che sarebbe stato il main sponsor di questa stagione.

Intanto la speranza di tutti è che Gesuè arrivi subito in città per spiegare cosa è stato sbagliato, quali sono le sue intenzioni per non far sparire il calcio a Campobasso e, soprattutto, come rimborserà ai tifosi i soldi spesi per gli abbonamenti. Oggi come oggi, con tanta delusione in corpo, in pochissimi tra i 750 circa che hanno comprato la tessera, accetterebbero di sostenere la squadra con lo stesso slancio. Il rimborso è un atto dovuto e certificherebbe la buonafede di Gesué che sarebbe poi in grado di formulare una nuova proposta.

E’ lui ora a dovere una spiegazione, non la Figc o il Coni che, senza margine alcuno di tolleranza, hanno applicato una norma e condannato la società. E’ vero che il Campobasso non ha santi in paradiso ma è vero pure che l’errore, che parrebbe lieve ma è comunque grave per un club professionistico, è stato fatto. A proposito,.Gesué ha già dato il benservito al responsabile della clamorosa svista.

Ma adesso serve chiedere scusa al popolo rossoblù, in attesa del Tar e della serie D. Poi tutto, qualsiasi cosa, sarebbe un pochino più facile.