Respinte le richieste per Maurizio Di Marzio ed Enzo Calvitti, arrestati a Parigi lo scorso anno insieme


PARIGI. Niente estradizione per gli ex brigadisti molisani arrestati lo scorso anno a Parigi nell’ambito dell’operazione ‘Ombre Rosse’.

La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi ha respinto la richiesta italiana motivando la sua decisione con il rispetto della vita privata e familiare e del giudizio di contumacia, previsto dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Tra gli ex terroristi rossi figurava l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, già condannato in Italia per essere stato tra i mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi a Milano. Le domande di estradizione riguardavano poi gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, i molisani Maurizio Di Marzio ed Enzo Calvitti, l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura, l’ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin e l’ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale, Narciso Manenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri nel 1979.

Al tribunale di Parigi era presente un gruppo di italiani guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, che prima dell’udienza aveva srotolato uno striscione di protesta davanti al palazzo di Giustizia e che, durante la lettura della sentenza, ha gridato ‘assassini’.

Enzo Calvitti, 67 anni, ex Br, fu condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata.

Maurizio Di Marzio, 60 anni, nell’aprile 2021 riuscì a sfuggire alle forze dell’ordine, per essere poi arrestato in seguito. È ora al centro di una diatriba sulla prescrizione. Dovrebbe scontare in Italia un residuo di pena a 5 anni e 9 mesi di carcere per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina. Di Marzio gestisce a Parigi da molti anni un noto ristorante.