Se non piove a sufficienza entro due settimane


ROMA. Allarme rosso per l’agricoltura e, se non pioverà a sufficienza entro un paio di settimane, il rischio concreto è quello di dover ricorrere al razionamento dell’acqua nelle case.

Questo in sintesi il quadro tracciato sulla situazione attuale da Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale, in un’intervista al Messaggero rilanciata da Rainews.

Di recente il ministro alle politiche agricole Patuanelli dice che è inevitabile dichiarare lo stato di crisi per la siccità. “Stato di crisi significa razionare l’uso dell’acqua, quindi meno pressione al rubinetto, l’utilizzo delle autobotti, l’intervento della protezione civile e la possibilità per i sindaci di emettere ordinanze per limitare l’uso dell’acqua – commenta – Ma servirebbe maggiormente uno stato di prevenzione. Le regioni del Nord Ovest sono già in sofferenza, e ora anche quelle del Nord Est sono in emergenza. Il Centro è in una situazione pre emergenziale, mentre nel Mezzogiorno il problema siccità è endemico – prosegue – Significa che il Sud, con alle spalle diverse annate caratterizzate dalla siccità, ha molte zone che vanno verso la desertificazione. Siamo passati da una media di 40 giorni di emergenza all’anno a oltre 150 e questo mette in difficoltà l’agricoltura. Ci restano 10-15 giorni di riserve d’acqua per irrigare i campi”.

Infine l’appello al Governo, affinché si provveda a rimodulare il Pnrr. “Faremo un appello al governo perché rimoduli il Pnrr. L’acqua non può essere la cenerentola del Piano a cui viene destinato solo il 2%. Va stanziato molto di più per ragionare di nuovi invasi per trattenere l’acqua piovana – conclude -Dobbiamo stoccare l’acqua come si faceva negli anni 70. Oggi abbiamo perso circa il 4% della capacità che avevamo allora. Ci vuole il 20% del Pnrr, non basta il 2%”.