Abbattuti alcuni alberi che ne ostruivano la visuale, dalla statale e da corso Amatuzio a Bojano si può riapprezzare il profilo segnato dal tempo dell’antico maniero cui sono legate le storie di Giuditta di Molise e Rodolfo De Moulins. Un ‘must to see’ per chi vuole sapere di più del Molise.


di Maurizio Cavaliere

Spunta il castello dal monte, potremmo dire parafrasando il vecchio pezzo di Pietrangelo Bertoli e Tazenda. In effetti così pieno il profilo della fortezza di Civita di Bojano non si vedeva da tempo, almeno da corso Amatuzio.

Abbattuti alcuni alberi molto alti (foto) l’antico maniero in cui, all’inizio del tredicesimo secolo, Giuditta di Molise si rifugiò per sfuggire all’esercito di Federico II, si impone di nuovo all’attenzione di chi volge lo sguardo al colle che sovrasta Bojano.

Il rudere ha ancora un suo fascino, non solo storico. Una sua visita permette di avvicinarsi, forse dal da un versante più… avventuroso al territorio matesino, ai suoi meccanismi di difesa, alle sue geometrie. Oggetto di diversi studi, di tesi universitarie e di approfondimenti, il castello di Civita rappresenta con quello di Roccamandolfi, a pochi chilometri in linea d’area, una interessante fonte di notizie e di curiosità e un luogo di indubbio impatto scenico durante una visita dalle parti in cui nasce il Biferno. L’area della fortezza, a ovest del borgo medievale, era frequentata anche in epoca sannitica. Poi il passaggio dei longobardi e quello dei normanni (importante l’avvento d Rodolfo De Moulins, cavaliere normanno, conte di Bojano, per alcuni primo conte di Molise).

Diverse notizie sono letteralmente emerse dagli scavi archeologici effettuati tra gli anni ‘70 e ‘80 del Novecento. Interessante la sua architettura, caratterizzata da due strutture divise da un fossato. Tutto intorno, ancora in piedi i muri di cinta del borgo e la torre rompitratta sulle stesse mura. All’interno di un primo recinto ben visibile la corte alta. Un arco collega al secondo recinto. Sena dimenticare le case della Giudecca dalla parte opposta del borgo.

Chissà, magari un giorno verranno programmati dei tour ben organizzati da Altilia al castello di Civita a quello di Roccamandolfi tutto in una giornata. Per ora, ci si accontenta di rivederne il profilo segnato dal tempo come, da Bojano, non si vedeva da anni.