PALERMO. Avrebbe registrato pagamenti di Imu o Tari non avvenuti o riduceva gli importi dovuti senza giustificazioni documentali a familiari e amici, procurando un mancato incasso di circa 16mila euro.
Questa, in sostranza, l’accusa contestata dalla Procura a un dipendente dell’ufficio Tributi del Comune di Palermo.
Come riferisce Tgcom 24, l’uomo è finito nei guai e dovrà difendersi dall’accusa di frode informatica e accesso abusivo al sistema informatico. È stato inoltre sospeso per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio. Il provvedimento, emesso dal Gip, è stato eseguito da militari della guardia di finanza del comando provinciale.
Le indagini dell’operazione ‘Sconto d’imposta’ dei militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria sono state avviate dopo la segnalazione arrivate dal Comune di Palermo sulla banca dati ‘Sige Fluendo’ utilizzata per la gestione dei pagamenti dei tributi di Imu e Tari. L’inchiesta si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione.
Gli investigatori avrebbero riscontrato un rilevante numero di accessi abusivi al sistema informatico del Comune, effettuati per ridurre o annullare l’imposizione fiscale Imu o Tari di familiari e a conoscenti dell’impiegato. Il dipendente comunale, contesta l’accusa, avrebbe proseguito con i ‘tagli alle tasse’ anche quando, dopo un procedimento disciplinare, era stato trasferito in un altro ufficio.
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