Domani sera al ‘Fulvio’ di Guglionesi, domenica e lunedì al ‘Loto’ di Ferrazzano lo spettacolo dell’attore e regista Roberto Latini tratto da uno dei testi più belli e antichi di tutte le letterature.


Tre spettacoli molisani per ‘Il cantico dei cantici’ con adattamento e regia di Roberto Latini.

Si parte domani sera, 14 maggio alle 20.30 al Teatro Fulvio di Guglionesi e si replica domenica e lunedì sera rispettivamente alle 18 e alle 20.30 al ‘Loto’ di Ferrazzano.

Con musiche e suoni di Gianluca Misiti, ‘Il Cantico’ ha vinto il Premio Ubu 2017 per il ‘Miglior progetto sonoro/musiche originali’ vede in scena lo stesso Renato Latini ‘Miglior attore” sempre al Premio Ubu 2017.

Latini racconta annuncia così lo spettacolo: “Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature. Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e immaginazioni, è uno dei più

importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno alla bellezza, insieme timida e

reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per

corpo e spirito.

Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre

chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice

senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla,

ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se

si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci

all’improvviso, col suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma

di quel mondo, forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e

accompagnano.

“Non ho tradotto alla lettera le parole – prosegue l’attore e regista – sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile. Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature. Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno; ho provato a camminarci

accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci insieme. ‘vi prego, non svegliate il mio amore che dorme’.