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Droga a domicilio durante il lockdown: i rom del clan Spada inchiodati da 80 video

Le indagini hanno evidenziato una proficua attività di spaccio di cocaina e hashish: il filmato con le immagini degli arresti. GUARDA IL VIDEO


VENAFRO-ISERNIA. Incuranti delle condanne precedentemente inflitte loro per reati analoghi e delle restrizioni imposte per legge, durante il lockdown avevano trasformato la propria casa in una vera centrale di spaccio: una sorta di ‘delivery della droga’ dove intercettavano una folta clientela di assuntori rifornendoli di cocaina e hashish. Si tratta di quattro rom appartenenti al clan Spada, che nel corso delle prime ore del mattino di oggi hanno ricevuto, su esecuzione del personale della questura di Isernia con al vertice il questore Vincenzo Macrì, altrettante ordinanze cautelari emesse dal Gip del tribunale di Isernia su richiesta della procura. Con esse è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro soggetti residenti a Venafro, appartenenti come detto alla famiglia Spada, accusati di aver posto in essere, presso la comune abitazione, una proficua attività di spaccio di droga, soprattutto cocaina e hashish.

Le indagini, svolte dal personale della questura di Isernia ed in particolare della squadra Mobile, con a capo il vice questore aggiunto Lorenzo Cariola, dirette dal magistrato della sezione specializzata per reati in materia di stupefacenti della procura di Isernia, con il coordinamento del procuratore Carlo Fucci, sono state effettuate mediante l’uso di telecamere (poi improvvisamente distrutte da soggetti ignoti) che hanno registrato, dal 13 febbraio 2021 al 21 marzo 2021 (durante il secondo lockdown), decine di episodi di spaccio posti in essere dagli indagati presso la propria abitazione, raccolti in circa 80 video significativi, nonché l’escussione, previa identificazione, di diversi clienti abituali dei pusher, che hanno confermato di aver acquistato stupefacenti presso gli indagati sino a tempi recenti.

I destinatari dell’ordinanza sono soggetti già noti all’ufficio e con precedenti penali specifici per reati inerenti agli stupefacenti. La procura, in una nota stampa, ricorda difatti che:

1) il penultimo arresto per reati in materia di stupefacenti del capofamiglia risale alla data del 6 marzo 2015, quando furono svolte indagini a seguito delle quali il predetto fu destinatario di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ,che portò all’arresto di dodici persone, inoltre furono denunciate in stato di libertà altre 36 persone con l’effettuazione di sequestri di consistenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana unitamente anche a somme di denaro contante ritenuto provento dell’attività di spaccio;

2) nel 2018 due di quegli indagati, insieme alla famiglia, si trasferirono da Venafro ad Isernia, ivi riprendendo l’attività di spaccio: anche in tal caso le indagini prontamente avviate permisero di registrare, nel solo periodo 3 maggio 2018 – 27 giugno 2018, 116 contatti degli indagati con soggetti identificati e noti consumatori di sostanze stupefacenti, dei quali ben 93 vennero riscontrati come cessioni di stupefacenti di tipo prevalentemente cocaina;

3) in relazione a tali fatti, l’11 dicembre 2018, vennero tratti in arresto tre dei medesimi soggetti coinvolti nelle operazioni odierne, ed all’esito del giudizio abbreviato vennero condannati a pene oscillanti tra 6 anni e 8 mesi di reclusione e 2 anni e 4 mesi di reclusione, pene poi ridotte in appello. Nonostante il tempo trascorso in custodia cautelare e le condanne subite, gli odierni arrestati, alla luce delle indagini, sono nuovamente accusati dell’attività illecita in parola posta in essere con dinamiche di cessione pressoché identiche a quelle già rilevate in Isernia nell’anno 2018: i correi, difatti, salvo sporadici casi, non uscivano mai dall’abitazione, cedendo la sostanza all’interno di questa o tramite appositi varchi creati nella porta di ingresso.

Sulla base delle risultanze delle indagini la procura ritiene che all’uscita dal carcere del capofamiglia, in data 11 maggio 2021, anche questi riprendesse a collaborare al business dello spaccio.

“La piaga sociale dello spaccio delle sostanze stupefacenti, che gravi danni cagiona alla salute dei tossicodipendenti e garantisce lauti guadagni illeciti, continua ad essere contrastata senza interruzioni nella Provincia di Isernia dall’attività di questa procura della Repubblica, dai provvedimenti del tribunale e dall’impegno costante delle forze dell’ordine, grazie anche alla collaborazione delle persone in grado di fornire un contributo probatorio per l’accertamento giudiziario della verità”, ha dichiarato il procuratore Fucci. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati potranno rappresentare e far valere le proprie difese secondo le norme del codice di procedura penale.

Pietro

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