Le perplessità dei magistrati sulla nuova disciplina della professionalità e sulla limitazione della possibilità di passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante: “A rischio autonomia e indipendenza”


CAMPOBASSO. La magistratura molisana concorda nel ritenere che il disegno di legge sulla riforma dell’Ordinamento giudiziario si presenti, sotto plurimi profili, in contrasto con il principio costituzionale di autonomia e indipendenza della magistratura.

Lo afferma l’Associazione nazionale magistrati del Molise in una nota a firma del presidente Michele Russo e il segretario Nicola D’Angelo. “In particolare, la nuova disciplina delle valutazioni di professionalità – si legge le comunicato – con il rilievo preponderante attribuito all’esito dei provvedimenti nelle fasi e gradi successivi nonché al rendimento ‘quantitativo’ del magistrato e con la previsione di uno specifico giudizio di valore sulla capacità organizzativa sganciato dal’individuazione di criteri precisi e oggettivi, rischia di ingabbiare l’attività del magistrato, determinando l’appiattimento delle decisioni sulla scia degli orientamenti del giudice dell’impugnazione e l’omologazione dell’organizzazione del lavoro alla volontà, se non all’arbitrio, del capo dell’ufficio”.

Inoltre, la drastica limitazione della possibilità di passaggio dalla funzione requirente a quella giudicante e viceversa “produrrà, fatalmente – continuano Russo e D’Angelo – l’effetto di separare, di fatto, la magistratura giudicante da quella requirente, sottraendo quest’ultima dall’alveo della comune cultura della giurisdizione, la quale costituisce la principale garanzia del corretto esercizio della funzione requirente in vista del raggiungimento della verità piuttosto che del raggiungimento della vittoria processuale. La scelta di non introdurre criteri precisi e vincolanti per determinare su base nazionale, in modo rigoroso ed oggettivo, i carichi esigibili, di fatto affidandoli, invece, alla discrezionalità dei capi degli uffici solo apparentemente temperata da non meglio precisate indicazioni dell’organo di autogoverno, e l’aumento dei poteri della Scuola Superiore della Magistratura nella selezione dei dirigenti realizzano, poi, la chiusura del cerchio, da un lato suggellando la definitiva subordinazione di giudici e sostituti ai capi degli uffici, dall’altro trasferendo  all’esterno  del  Consiglio Superiore della Magistratura l’individuazione dei dirigenti degli uffici, con il pericolo concreto che la direzione e l’organizzazione degli stessi – e quindi lo stesso esercizio della giurisdizione – subiscano condizionamenti e interferenze che il legislatore costituente aveva voluto evitare attraverso il sistema dell’autogoverno”.

La Sezione Distrettuale dell’Anm Molise, pertanto, con voce unanime, esprime il proprio “profondo dissenso” rispetto all’introduzione di norme che si configurano come un vero e proprio’“vulnus’ all’indipendenza e all’autonomia della magistratura e sollecita la riflessione dell’ Avvocatura e della società civile tutta sull’interesse comune ad un esercizio efficace ed efficiente della giurisdizione, che per essere tale deve essere prima di tutte indipendente e imparziale, se è vero che non può esserci processo senza un giudice appunto indipendente e imparziale”.

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I Presidente

dott. Michele Russo

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dott. Nicola D’Angelo

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RUSSO MICHELE

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