Protezione Civile, presto la scuola di formazione in Molise

L’annuncio del governatore Toma durante il workshop internazionale ‘L’emergenza sanitaria ad alto rischio in ambiente impervio’. Antonio Cardillo, responsabile del centro polifunzionale a Campochiaro e organizzatore dell’evento: ora anche in provincia d’Isernia possibilità di intervento più rapide grazie all’intelligenza artificiale. GUARDA LE VIDEOINTERVISTE


ISERNIA. Una scuola di formazione di Protezione Civile in Molise. La ha annunciata il presidente della Regione, Donato Toma, durante il workshop internazionale ‘L’emergenza sanitaria ad alto rischio in ambiente impervio’, in corso di svolgimento presso l’auditorium ‘Unità d’Italia’ di Isernia.

Il workshop si inserisce fra le attività promosse dal progetto di cooperazione internazionale To Be Ready, finanziato con il Programma Interreg Ipa Cbc Italia – Albania – Montenegro, volte alla crescita professionale degli operatori, su un tema particolarmente sentito, come quello delle maxi emergenze di tipo sanitario in ambienti confinati ed impervi.

In tale contesto, il governatore ha anticipato la presentazione, domani in Giunta regionale, della proposta di istituzione della scuola di formazione, che avrebbe sede sempre presso il centro polifunzionale di Campochiaro – con governance ricadente sul Consiglio regionale e fondi del bilancio regionale – ma sfruttando anche altri locali utilizzabili, sia di proprietà della Regione che di altri Comune, come ad esempio Civitacampomarano, dove c’è una sede di Protezione Civile che ben si presterebbe. I docenti, come aggiunto ancora da Toma, sarebbero sia gli operatori già in forze presso la Protezione Civile del Molise, sia esperti provenienti da fuori regione. Un’iniziativa che, se prendesse piede, renderebbe ancor più qualificato il bagaglio dei soccorritori volontari impegnati tutti i giorni sulle emergenze.

Tornando al workshop, l’evento è nato dalla collaborazione tecnico-scientifica con il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino – Servizio Regionale del Molise, nell’ambito delle competenze didattiche e pratiche che lo identifica, ai  sensi della legge 74/2001, quale struttura di Protezione Civile preposta alla formazione ed al soccorso sanitario in contesti di emergenza sanitaria ad alto rischio in ambiente impervio. Tre giornate di formazione, una (teorica) a Isernia e due (pratiche) a Campochiaro, destinate a un pubblico sia tecnico – quindi delle tre professioni sanitarie accreditate e cioè medici, infermieri e psicologi – sia di ‘laici’ della materia.

A spiegare maggiori dettagli, il responsabile del Centro polifunzionale di Protezione Civile di Campochiaro nonché organizzatore dell’evento, il dottor Antonio Cardillo.

“Il progetto ‘To be ready’ – ha detto – ha due capisaldi da portare avanti. Il primo è quello della formazione del personale; il secondo quello della crescita organizzativa nella gestione dell’emergenza. Il tema particolare della maxi-emergenza in ambiente ostile ed impervio è un argomento di nicchia, ma che per un territorio montano come il nostro diventa invece un evento assolutamente possibile e direi anche frequente, visti i dati relativi ai rischi presenti in Molise”.

Nell’ambito del progetto è stata utilizzata anche una piattaforma informatica con una componente di intelligenza artificiale per la creazione degli scenari di evento. Sviluppata su un altro progetto sempre di cooperazione internazionale che la Protezione Civile Molise sta seguendo come lead partner, il progetto ‘Citizen’, tale piattaforma potrà ora estendere le sue funzionalità anche in provincia di Isernia, visto che prima era prevista soltanto provincia di Campobasso. “Abbiamo fatto un’azione maggiore andando a massimizzare il cittadino come sensore mobile – ha aggiunto Cardillo – Mi spiego meglio: la piattaforma cercherà di creare uno scenario di evento nel più breve tempo possibile, prima ancora, per esempio, della telefonata a una numerazione di emergenza. Questo è un fattore determinante soprattutto quando si parla di maxi emergenze con patologie tempodipendenti. Ad esempio, quando il soggetto che si trova sotto le macerie ha una alta necessità di essere supportato nel più breve tempo possibile. Questo si può fare soltanto se il tuo scenario di evento ti è ben chiaro come operatore nell’attivazione della risorsa, altrimenti passerà tempo prezioso prima di capire qual è il quadro di intervento e come dovranno operare le squadre. Insomma, la creazione dello scenario diventa il momento cardine della struttura di questa piattaforma”.

Domani e dopodomani, infine, si svolgeranno le fasi pratiche, attraverso la realizzazione di scenari operativi sui quali intervenire con algoritmi operativi sanitari internazionali. “Ci sarà una parte di tattica operativa – ancora Cardillo – Ciò vuol dire che l’attività non si farà in aula, ma in ambiente. Verranno creati scenari confinati quindi, oltre alla difficoltà di intervenire sui pazienti, i vari partecipanti avranno anche la difficoltà di fare delle manovre in ambienti angusti. Operare – ha concluso – è facile su un manichino o con delle slide; diventa un po’ più difficile farlo in ambienti ostili”.

Tra i partecipanti anche il direttore generale Asrem Oreste Florenzano, che ha sottolineato l’importanza dello stretto rapporto Tra Protezione Civile e l’apparato di soccorso dell’Asrem per dare risposte ai cittadini.

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