Il mister anticipa il futuro. Sulla gara di domenica: “Ci teniamo, giocheremo con la formazione migliore”. Sul campionato: “E’ stato un torneo difficile, livellato verso l’alto e la pandemia ci ha messo a dura prova. La nostra forza? Direi l’affiatamento e under di grande qualità”.


di Maurizio Cavaliere

Quello di oggi pomeriggio a Vinchiaturo è stato l’ultimo allenamento prepartita del Campobasso in questo torneo. Mancano solo la rifinitura di domani e il match, l’ultimo, di domenica contro il Potenza.

A parte Persia, ancora influenzato, Raccichini (infortunato e out per domenica) e Tenkorang, sempre a parte ma in ripresa, MIrko Cudini (qui sopra con Menna, foto Campobasso calcio) ha tenuto in palla tutti i suoi giocatori. C’è un campionato felice da onorare fino all’ultimo minuto, anche perché l’epilogo è davanti ai tifosi di casa.

Il tecnico di Sant’Elpidio a Mare sa che la piazza, pronta a festeggiare di nuovo la salvezza, ha già spostato l’attenzione sulla prossima stagione. Tanto dipenderà dalle disponibilità economiche del club, mentre il progetto tecnico ruoterà intorno alla sua conferma, o meno, in panchina. Sarebbe per lui il quarto anno di fila, un’era geologica, calcisticamente parlando. Il bilancio è ottimo: 47 vittorie, 26 pareggi e 22 sconfitte.

Il mister è legato ai lupi fino al 30 giugno, scadenza annuale, come sempre. Dopo di che (ma succederà prima) si troverà faccia a faccia con il presidente Gesué e, insieme, decideranno cosa fare.

Mai dare nulla per scontato, così giriamo la domanda all’interessato, almeno per avere ben chiaro il suo punto di vista prima del confronto con lo staff dirigenziale.

“Mi piace essere corretto e lineare – spiega – L’ho fatto anche in passato. Ci vedremo col presidente, seduti a un tavolo, e parleremo. E’ chiaro che se ci saranno i presupposti per continuare sarò felice di restare. Campobasso è la priorità. Per proseguire insieme ci vuole unità d’intenti che finora c’è sempre stata e con essa sono arrivati pure risultati ottimi sul campo. Confrontarsi con i dirigenti, restare o partire: fa tutto parte del mestiere” aggiunge Cudini che, mai come questa volta, avrà un notevole potere contrattuale dalla sua.

Veniamo al campionato in chiusura. Mister,

è’ stata un’avventura avvincente per i lupi. La serie C è un’altra cosa rispetto al recente passato. Ci sono squadre di blasone, società forti, calciatori esperti e di qualità e tanti tifosi. Si aspettava un torneo così bello ed equilibrato?

“Mi aspettavo un girone difficile – risponde – con squadre importanti. Le difficoltà sono state ingigantite dalla pandemia. Abbiamo sostenuto dei tour de force incredibili, con una sosta vera solo a Natale. Non solo noi, siamo stati messi a dura prova e il Covid ha anche un po’ condizionato il campionato, con pro e contro a seconda delle situazioni e dei momenti in cui ci sono stati i recuperi.

“Per il resto sì, è stato un campionato con tanta qualità, livellato vesto l’alto e con una media salvezza altrettanto alta nel nostro girone. Al di là di quello che è successo con il Catania, si poteva arrivare a 45 punti senza essere salvi, tutto molto diverso rispetto al passato”.

C’è ancora un impegno all’orizzonte: col Potenza vedremo giocare i calciatori meno impegnati o farà degli esperimenti? Cosa può dire questa partita in cui l’obiettivo è quello di vincere per difendere il dodicesimo posto?

“Non è nel mio modo di pensare giocare una partita senza avere grande voglia di vincere. Ci teniamo, e voglio lo stesso atteggiamento di sempre dai miei. Giocheremo con la migliore formazione possibile e poi, a partita in corso, se si presenteranno le condizioni giuste, potrei fare delle scelte diverse”.

Mister, lei ha allenato una squadra che non aveva esperienza in questo tipo di campionato, eccezion fatta per alcuni innesti. Anche lei era al debutto tra i professionisti. In molti, tra gli altri Zeman, le hanno fatto i complimenti per il gioco espresso. Qual è stata la mossa secondo lei più riuscita della sua gestione? “Non so se c’è stata una mossa in particolare. Diciamo che abbiamo puntato sul blocco dell’anno passato. Questo era il punto di partenza: l’affiatamento dei ragazzi, credo che i frutti si siano visti. Poi abbiamo messo dentro altri calciatori, alcuni li abbiamo indovinati, altri un po’ meno, ma se c’è una cosa che mi fa davvero piacere è che la squadra si è mostrata duttile, cioè in grado di giocare non solo col 4-3-3 ma pure col 3-4-3 che abbiamo utilizzato spesso quest’anno. E poi la qualità che abbiamo avuto davanti è stata importante. Abbiamo sfruttato molto il nostro reparto offensivo e questo a volte ci ha penalizzato un po’ dietro”.

Col direttore sportivo Stefano De Angelis avete un grande affiatamento. Vi vedete insieme a lavorare anche in futuro? “Non si può mai dire come andrà nel calcio. Di sicuro se sono a Campobasso il merito è di Stefano, e poi della società che ha assecondato la sua richiesta. Lavoriamo insieme da 4 anni e abbiamo la stessa visione, questo è importante. C’è sempre un inizio e una fine nei rapporti ma io mi auguro di lavorare con lui ancora a lungo”.

Lei ha dimostrato di non essere un’integralista del modulo, anche se in campo hanno giocato quasi sempre gli stessi. Ha gestito molto bene l’aspetto del minutaggio dei giovani, essenziale per dare fiato alle casse della società. Dove può essere migliorata questa squadra per rendere di più con Cudini in panchina? “La questione del minutaggio era importante perché era nel programma iniziale. Abbiamo fatto il mercato in quell’ottica: per me non c’è stato nessun tipo di problema, anche perché sono arrivati under molto validi oggi e di buona prospettiva. Questo Campobasso ha ampi margini di miglioramento e – conclude – mantenere questi ragazzi qui un anno in più sarebbe davvero importante”. Sono le ultime parole di questa intervista e sono forse le più interessanti provando a leggere il futuro. Sarà probabilmente questa la prima richiesta di Cudini al presidente, a prescindere dall’aspetto economico personale. Tenere i giocatori giovani più forti. Lui non fa nomi, noi pensiamo a Liguori, Rossetti, Tenkorang, Pace e altri. Il futuro è insomma ancora tutto da scrivere. Siamo solo all’inizio del secondo capitolo di un libro che inizia con la lettera C come la terza lettera dell’alfabeto, come la serie, C come… Campobasso.