Centinaia le persone che hanno partecipato alla celebrazione della Domenica delle Palme


di Camillo Pizzi

ISERNIA. Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia (anche se nel 2021 qualche libertà in più era stata concessa), ritornano praticamente quasi alla normalità le celebrazioni della Settimana Santa particolarmente sentite anche ad Isernia. Una settimana che, fulcro della fede cattolica con il Triduo Pasquale, dal giovedì al sabato santo, che precede la massima solennità rappresentata dalla domenica di Pasqua, cominciata oggi con la Domenica delle Palme in cui in tutte le chiese si è ripercorsa la passione di Gesù Cristo, dall’Ultima Cena fino alla morte e deposizione nel sepolcro, preceduta dalla benedizione dei ramoscelli d’ulivo, simbolo della pace. In un contesto storico molto particolare, con la guerra praticamente alle porte di casa, i luoghi di culto sono tornati ad essere gremiti di fedeli in cerca di normalità e serenità. Centinaia le persone che ad Isernia hanno sfidato il freddo pungente della mattinata per partecipare alla celebrazione all’aperto che è stata officiata dal parroco del Sacro Cuore, fra’ Nazario Vasciarelli, in piazza Veneziale, antistante il sagrato della chiesa nel pieno centro di Isernia, dopo la benedizione delle “palme” avvenuta nella vicina villa comunale e la processione fin davanti la statua di San Francesco.

La giornata di festa si chiuderà questa sera in Cattedrale, quando, a partire dalle ore 21.00, la diocesi di Isernia-Venafro ha organizzato un momento di riflessione e di preghiera per la pace dal titolo “Giustizia e pace si baceranno”. “Vogliamo pregare per tutti i cristiani e per tutti i fratelli e le sorelle la cui vita è segnata in questi tempi dal terrore della guerra, da tanta sofferenza e morte. Il nostro pensiero – è scritto nel libretto-guida diffuso dalla sede episcopale per favorire la partecipazione dei fedeli – va a tutte quelle donne, quegli anziani e quei bambini costretti a emigrare, a lasciare il paese dove sono nati e dove desiderano tornare a vivere, e a tutti quegli uomini che si ritrovano a combattere, ma nel loro cuore vorrebbero che tacessero le armi”. 

Da giovedì si entrerà nel vivo delle celebrazioni del Triduo che cominceranno, alle ore 9.30 nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore (nel quartiere San Lazzaro), con la messa Crismale presieduta dal vescovo Camillo Cibotti, solenne concelebrazione che vuole rappresentare l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al suo vescovo. Ad essa, infatti, sono invitati tutti i sacerdoti della diocesi i quali rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione. Inoltre, in questa occasione, monsignor Cibotti consacrerà gli olii santi, il crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi che saranno poi usati durante tutto il corso dell’anno liturgico per celebrare i sacramenti del battesimo, della cresima, dell’ordine sacro e dell’unzione degli infermi. Nel tardo pomeriggio, invece, nelle varie chiese, verrà ricordata l’Ultima Cena, con l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia, all’interno della quale il celebrante riproporrà (con tutte le accortezze legate al Covid e come suggerito dalla Conferenza Episcopale Italiana) il gesto della “lavanda dei piedi”, con il quale Cristo, in segno di umile servizio, lavò i piedi ai dodici Apostoli. Al termine, gli altari principali verranno spogliati di tutti gli addobbi, mentre l’eucarestia sarà tolta dal tabernacolo per riporla in un altare provvisorio adornato per l’occasione di fiori e luci, l’altare della reposizione, impropriamente detto “sepolcro”. Ed è facile immaginare che, come avveniva pre-pandemia, sarà proprio la visita ai sepolcri a caratterizzare la serata, fino a notte inoltrata, con i fedeli a sostare nelle varie chiese di Isernia per un momento di preghiera, per tradizione o per semplice curiosità.

Nel Venerdì Santo, l’appuntamento per i credenti è fissato per il primo pomeriggio, quando, in ogni chiesa verrà celebrata l’Azione Liturgica della Passione del Signore, con l’introduzione nella preghiera universale di una intenzione per quanti soffrono a causa della guerra. Poi, in serata, uno dei momenti più attesi dell’anno, che il Covid ha cancellato nelle ultime due occasioni: la processione del Cristo Morto, conosciuta nel capoluogo pentro anche come la processione degli “incappucciati”, i portatori di croci o di statue che, spesso scalzi, ripercorrono il calvario di Cristo. A partire dalle ore 20.15, la processione , uscendo dalla chiesa di Santa Chiara, seguirà il seguente percorso: via Marcelli, piazza Celestino V, piazza Carducci, via D’Apollonio, via Kennedy, via don Luigi Sturzo, via De Gasperi, corso Garibaldi, via Petrarca, via XXIV Maggio, via E. d’Isernia, piazza Tedeschi, via Erennio Ponzio, via Lorusso, piazza Carducci, piazza Celestino V, via Marcelli, via Occidentale, via D’Apollonio, rampa Purgatorio, via Marcelli e piazza A. d’Isernia dove si terrà la benedizione finale.

Il Sabato Santo sarà il giorno del silenzio e della preghiera in attesa della Veglia Pasquale che comincerà in ogni chiesa nella notte con la benedizione del fuoco e dell’acqua e l’accensione del cero pasquale per poi culminare nella Messa di Resurrezione in cui, al momento del canto del “Gloria”, verranno suonate a distesa le campane a festa. Suoni che si susseguiranno la domenica di Pasqua in ogni celebrazione.