Il presidente Paglione: “Poche risorse e difficoltà oggettive da superare, il Governo deve porre rimedio”


ROMA. Un cambio di rotta nel Pnrr. Lo ha chiesto l’Uncem al Governo nazionale, durante la seduta della Giunta nazionale, riunita a Roma e presieduta da Marco Bussone.

Presenti tutti i vertici delle Delegazioni regionali, tra cui Candido Paglione, sindaco di Capracotta e presidente Uncem Molise. 

“È necessario un netto cambio di passo – osserva Paglione – E lo diciamo mentre il Governo

sta varando una serie di bandi che ci sembrano poco adatti ai territori e Comuni montani”.

Le proposte, contenute in un dossier intitolato emblematicamente  “C’è qualcosa che non va in questo PNRR…” (liberamente scaricabile: https://uncem.it/wp-content/uploads/2022/03/UNCEM-PNRR-apr2022-ok-riddd.pdf) toccano in punti fondamentali del Piano nazionale di ripresa e resilienza: a partire dai bandi sport e per la digitalizzazione (dopo quelli discutibilissimi sui borghi), che non favoriscono coesione e coinvolgimento degli Enti locali più piccoli e delle zone montane italiane.

Le criticità sono state riassunte dal Presidente Bussone: c’è un problema di “fattibilità”: sono troppi i bandi cui rispondere in tempi troppo stretti, con i comuni (alle prese peraltro con carenze di personale, imponendo così il ricorso all’esterno) messi uno contro l’altro per accaparrarsi le risorse disponibili.

Si avverte anche una difficoltà legata a una serie di regole poco chiare per la rendicontazione delle risorse, uso di classificazioni e modelli di valutazione poco efficienti e non adeguati alla realtà italiana (come l’Indice di vulnerabilità sociale e materiale di cui già si è parlato), scarso coinvolgimento delle imprese, professionisti sotto eccessiva pressione, scarsa attenzione alle comunità, alla formazione, al “capitale umano”, fondamentale per i territori. Ancora: grande disattenzione per i costi energetici e delle materie prime in continuo aumento.

“Insomma, – dice ancora Paglione, condividendo il pensiero di Bussone – ce n’è abbastanza per chiedere al Governo di intervenire per quel cambio di passo che appare indispensabile. Perché così come sono i bandi PNRR sono un’ingiustizia evidente che penalizza i piccoli comuni e le aree montane. Piuttosto, l’occasione del PNRR sia utile per favorire la ripartenza e la coesione del Paese, a cominciare proprio da chi oggi è più in difficoltà”.