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Stop e sforbiciata in un secondo, chiamatelo pure Van… Persia

Coordinazione perfetta e gesto tecnico importante da parte del centrocampista del Campobasso: Angelo Persia ha realizzato un gol da applausi e decisivo contro il Latina. Non solo quantità per il 23enne mediano di Avezzano. Con lui, Candellori, Bontà e Tenkorang Cudini ha plasmato un centrocampo quasi da… playoff.


di Maurizio Cavaliere

Stavolta non ha soltanto spinto nel sacco un pallone vacante sulla linea di porta. Era il 27 novembre, primo gol in Campobasso-Virtus Francavilla 2-2. No, stavolta si è avventato sulla respinta del portiere ospite, ha domato di petto il campanile e aspettato che la sfera si alzasse di mezzo metro o poco più, per impattare in forbice con il collo del piede destro e mandarla a morire sotto l’incontro dei pali. Tutto in un nove decimi di secondo. Angelo Persia ha reso apparentemente semplice un gesto calcistico di grande qualità. Coordinazione e tecnica: una giocata alla Van Persie per dirla giocando con il suo cognome e con uno che i piedi li aveva di velluto.

Ha sbloccato il punteggio con un gran gol e non è finita in parità ‘sto giro’, ma con un successo del lupi: 2-0 sul Latina, dopo una prova maiuscola dei lupi, sempre più autorevoli nel recitare il credo calcistico di mister Cudini.

Persia ha 23 anni e gioca in mezzo al campo. E’ uno dei cavalli (l’altro è Candellori) che innanzano la potenza del motore di una squadra giovanissima. Mediano di rottura, uno scudo per la difesa, dinamico e prezioso sul piano tattico. Uno che gioca la palla con rapidità e, talvolta, riesce a verticalizzare il gioco. Cudini con lui può impostare un Campobasso in grado di giocare a pieni giri perché il giovane avezzanese gioca di testa e di istinto e non rallenta la manovra. Aspetto fondamentale per il calcio dei lupi in serie C, laddove nel torneo giocato e vinto l’anno scorso serviva forse più palleggio ragionato, quello di Ladu, centrocampista che ha altre importanti caratteristiche.

Persia gioca una buona quantità di palloni, agisce a volte più arretrato rispetto a Candellori, ma ha il pregio di essere spesso al centro della battaglia, guardingo e propositivo, quando occorre.

Uno stantuffo, ma anche un giocatore attento a tutto quello che succedere sul terreno di gioco. Lo dimostrano i due gol realizzati con i lupi, che sono certamente diversi nella fase di esecuzione, ma che hanno più o meno la stessa dinamica: palla respinta dal palo su tiro di Rossetti (contro il Francavilla), palla respinta di pugno dal portiere, ieri contro il Latina. Chi è stato il primo ad avventarsi sulla sfera? Chi ha visto, prima degli altri, il disegno della traiettoria in un caso rasoterra nell’altro a palombella? E’ stato lui. Cudini farebbe bene a piazzarlo sulla linea dei 16 metri (se non lo fa già) in caso di calcio di rigore: perché in caso di ribattuta, quasi certamente Persia arriverà per primo. Sono qualità importanti che fanno di questo ragazzo un giocatore cui è difficile rinunciare, anche perché, come Candellori, si fa sempre in quattro per gli altri. Spesso, quando non ne ha più, viene sostituito: capita nei minuti finali. Ma forse è solo una mossa che serve a Cudini per spezzare il gioco.

Da quando è tornato ai lupi, subito dopo il grave infortunio che lo aveva frenato l’anno scorso, il suo rendimento è stato sempre all’altezza, con picchi interessanti. E ieri anche un gran gol. Sì, perché, tentativi di giocate simili, anche in serie A, finiscono a volte col pallone che arriva nel terzo anello.

Bassini ma belli robusti: lui e Candellori sono piuttosto simili fisicamente eppure si compensano bene in un centrocampo completato da capitan Bontà e dall’ottima e imprevedibile variabile Tenkorang, a volte giocando a tre, raramente (come nella super vittoria di Bari) tutti e quattro insieme.

Su questa mediana, e sul ritorno al binomio difensivo composto da Dalmazzi e Menna, Cudini ha ricostruito un Campobasso che, a ridosso della fine del girone d’andata, sembrava aver perso parte del suo equilibrio tattico. Invece, questa nuova versione dei lupi è davvero tosta e dimostra che Cudini non è un’integralista. I tifosi rossoblù sono curiosi di vedere come il tecnico marchigiano se la giocherà domenica pomeriggio contro l’offensivista Zeman: all’andata finì 1-1 con i lui autori di un grande secondo tempo. Ma prima c’è il remake di Campobasso-Turris, mercoledì alle 14.30: 45 minuti da giocare con un po’ di sana spregiudicatezza. Rientrerà sulla fascia Pace che è una delle rivelazioni di questo Campobasso. Ieri è stato sostituito da Vanzan che non lo ha fatto rimpiangere, anzi ha giocato una gara perfetta. La salvezza è a passo, servono ancora tutti, i lupi, ciascuno con le proprie caratteristiche. Bisogna centrare subito l’obiettivo e poi, chissà, togliersi qualche altra, inattesa soddisfazione… modello 2-3 di Bari.

Nella foto di Maurizio Silla, Angelo Persia chiama lo schema su punizione.

Maurizio

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