Riforma assistenza sanitaria, Florenzano: “Via alla medicina territoriale”

Il Direttore generale dell’Asrem ‘conferma’ le novità che, con i fondi del Pnrr, permetteranno di rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio. All’orizzonte la questione dei contratti (anche le Usca) in scadenza il 31 marzo.


di Maurizio Cavaliere

Con oltre 20 miliardi di euro tra Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, React Eu e Piano Complementare la Missione salute troverà la strada per provare a trasformare l’emergenza sanitaria nata dalla pandemia nel rilancio della sanità pubblica, attraverso strutture più moderne, digitali e inclusive, garantendo equità di accesso alle cure e rafforzando la prevenzione e i servizi sul territorio. Anche il Molise avrà la sua enorme riserva di denari da investire e l’auspicio di operatori, istituzioni e, soprattutto cittadini, è che stavolta il sistema possa realmente tornare a funzionare.

Con il Decreto del 20 gennaio 2022 sono stati ripartiti tre le Regioni 8 miliardi di fondi. Numerosi gli interventi previsti, la cui attuazione è affidata alle amministrazioni regionali. Ieri sera a Isernia il Presidente Toma ha svelato diversi aspetti del Piano Sanitario, concentrando il suo intervento sulla necessità di impostare una sanità che sia radicata profondamente nel territorio, attraverso percorsi integrati di assistenza territoriale. Attraverso le Case della Comunità si potranno coordinare tutti i servizi sanitari offerti, in particolare quelli riservati ai malati cronici. E’ in queste strutture che si concentreranno le diverse professionalità necessarie per dare sostanza al rinnovamento: medici di base, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri della comunità e altri professionisti della salute. Saranno della partita anche gli assistenti sociali, proprio al fine di garantire una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.

Si volta pagina, quindi. Parte la riforma dell’assistenza territoriale. C’è questa enorme possibilità. Dopo la pandemia e dopo gli stenti.

Oggi pomeriggio anche il Direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano ha rafforzato il concetto. Il dirigente è intervenuto qui (video) ai nostri microfoni, a margine della giornata che celebra i 100 anni della Lilt: “I sistemi sanitari centrati sui grandi ospedali sono andati in grossa crisi ovunque in Italia, soprattutto nei centri più sviluppati – ha detto – L’importanza del territorio diventa dunque determinante per rispondere al fabbisogno della salute. In questo senso, il Molise è al primo posto in Italia per l’assistenza domiciliare. Questa è una risposta che si può e si deve dare. Per tali ragioni il nuovo Pnrr dà una grossa importanza alla medicina territoriale con l’individuazione anche delle Case della comunità e per dare una metodologia in grado di garantire un più diretto contatto con la cittadinanza – ha concluso – al fine di rispondere meglio al bisogno di tutti”.

Il Molise si sta insomma attrezzando per provare a invertire la rotta. L’assistenza domiciliare è un buon esempio su cui fondare le prossime iniziative. Nella fase della pandemia si sono distinte positivamente le diverse squadre di Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale). Ma i problemi permangono perché il 31 marzo, con la fine dello stato di emergenza, i contratti di questi validi e giovani operatori sanitari (stesso discorso per tanti infermieri e oss) scadranno. Come fare per non disperdere queste professionalità che tanto si sono prodigate durante la fase più acuta della crisi e anche dopo?

Maurizio

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