Nuovo ospedale, De Toma: fantasie e illusioni a danno degli isernini

L’ex assessore, , vicesegretario regionale di Noi Di Centro, il nuovo partito di Mastella, boccia l’idea di Toma: si punti a concorsi pubblici seri per i primari e a potenziare i servizi esistenti


ISERNIA. Boccia l’idea di un nuovo ospedale, Sonia De Toma, vicesegretario vicario regionale di Noi Di Centro. L’ex assessore interviene a 24 ore dal Consiglio comunale di Isernia sul Piano sanitario e sulla proposta circa il nuovo ospedale. Isnews le ha chiesto un giudizio della situazione sanitaria, in particolare nel capoluogo pentro. E la risposta, senza troppi peli sulla lingua, non si è fatta attendere.

De Toma, che giudizio dà della sanità a Isernia, al momento?

“Ormai è un ricordo lontano l’operosità, l’affidabilità, la competenza, l’umanità, la preparazione dei medici che nel passato hanno contribuito a far crescere l’ottimo livello funzionale dell’ospedale di Isernia. Purtroppo ciò che si era creato a favore dei cittadini, la sicurezza di essere curati bene, sta di giorno in giorno peggiorando fino al punto che oggi non vengono assicurati nemmeno i Livelli minimi di assistenza”.

Qual è la carenza che registra in particolare?

“Più di una. L’ospedale è stato completamente smembrato, i servizi più importanti sono stati accentrati a Campobasso a tal punto che i cittadini sono obbligati a viaggi verso altre città per farsi curare”.

Di chi è la responsabilità?

“Sicuramente della cattiva politica che negli ultimi anni ha contribuito a far crescere la sanità privata a danno di quella pubblica.  Da un po’ di giorni pare che politica si sia svegliata. È venuta fuori una proposta che agli occhi dei cittadini sembra essere una fandonia: la costruzione di un nuovo ospedale nel territorio di Isernia. Ci si chiede: perché costruire un nuovo ospedale anziché potenziare i servizi e la struttura di quelli esistenti? Mi riferisco sia a Veneziale che a quelli di confine di Venafro e Agnone”.

L’idea del nuovo ospedale non la convince? Cosa farebbe lei per prima cosa?

“Mi preoccuperei di rendere appetibile l’offerta sanitaria facendo concorsi pubblici in maniera seria, così far ritornare primari competenti e professionali. Questa dovrebbe essere la strada da seguire se veramente i politici regionali, provinciali e comunali avessero veramente la volontà di garantire una sanità pubblica degna di questo nome, e non fare proposte fantasiose e illusorie come quella di un nuovo ospedale, per il quale ci vorrebbero anni e anni, ma la gente non può attendere”.