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Gigafactory a Termoli, accordo confermato. I sindacati chiedono garanzie su tempi e occupazione

La realizzazione della fabbrica di batterie di auto elettriche in Molise al centro del vertice al Mise con i ministri Giorgetti e Orlando


ROMA /TERMOLI. La realizzazione della Gigafactory a Termoli è stata confermata, ma mancano garanzie su tempi e occupazione.

Questo quanto emerso dal vertice al Mise su Stellantis con i ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e del Lavoro, Andrea Orlando.

Per l’azienda erano presenti Davide Mele, deputy coo della regione Emea, Daniele Chiari, responsabile delle relazioni istituzionali Italia e Giuseppe Manca, responsabile delle Risorse Umane Italia. Partecipano i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella, della Fismic, Roberto Di Maulo, dell’Ugl Metalmeccanici Antonio Spera. Presente anche l’Associazione Quadri Fiat.

“Abbiamo chiesto, insieme alle altre organizzazioni sindacali, un incontro con l’amministratore delegato Carlos Tavares per avere garanzie su stabilimenti e occupazione nell’attuazione in Italia del piano strategico di lungo termine Dare Forward 2030″. Così Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive al termine del tavolo al Mise su Stellantis.

La Fiom chiede un confronto e un accordo quadro per garantire stabilimenti e occupazione con azienda e Governo e non un confronto step by step. “Stellantis alla richiesta di garanzie – si legge nella nota del sindacato – ha dato un riscontro positivo con la conferma della produzione della Panda fino al 2026 a Pomigliano, oltre il lancio del Tonale che tutela l’occupazione del sito.

Sia Stellantis che i ministri hanno confermato la costruzione su Termoli della terza giagafactory del gruppo in Europa, ma non c’è stato approfondimento su tempi e occupazione. Per il resto degli stabilimenti non ci sono novità.

Il dato allarmante è che il piano aziendale ha raggiunto risultati finanziari ma per i lavoratori il bilancio è negativo. La Fiom ha chiesto quali investimenti nelle nuove tecnologie sono previsti per la ricerca e sviluppo negli enti centrali, sulle innovazioni strategiche ma è necessario anche portare in Italia la produzione di semiconduttori per sopperire alla crisi in corso di approvvigionamento”.

Per la Fiom l’obiettivo deve essere tornare a produrre più di un milione e mezzo di veicoli per garantire anche i lavoratori della filiera della componentistica. Il rischio è che alle crisi precedenti si possa sommare una situazione critica che certamente si aggraverà per via della guerra in Ucraina che ha già determinato, in Europa la chiusura temporanea di altri produttori.

Occorre quindi aprire un confronto immediato sulla situazione attuale e sulle prospettive future per gli stabilimenti di assemblaggio fino alla componentistica, che deve necessariamente coinvolgere l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares. E infine aprire il tavolo sul settore automotive alla Presidenza del Consiglio dei Ministri richiesto a seguito dell’iniziativa comune di Fim-Fiom-Uilm e Federmeccanica.

Il Governo – evidenziano infine i sindacalisti – ha aperto sul tema degli ammortizzatori straordinari per la transizione ma sulla politica industriale mancano risposte. Lo stato di mobilitazione per ottenere risposte continua”.

Sulla questione è intervenuto anche Antonio Federico, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Ambiente alla Camera e relatore del decreto Energia. “Le notizie giunte oggi sulla imminente formalizzazione della gigafactory di Termoli – afferma – sono un segnale importante nell’ottica dello sviluppo del Molise e di una più complessiva riconversione del settore automotive nazionale. Tuttavia attendiamo di conoscere i dettagli dell’accordo soprattutto sulla continuità occupazionale, quindi sulla riqualificazione di lavoratrici e lavoratori, e verificheremo passo dopo passo la coerenza e l’efficacia delle misure annunciate in materia dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti”.

Deborah

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