Bolli auto 2018, dilemma prescrizione. Ma l’Unione Consumatori dice no ai ricorsi

L’avvocato Cerio: giurisprudenza recente privilegia il criterio della postalizzazione, la tassa automobilistica richiesta per tempo da Municipia


CAMPOBASSO-ISERNIA. Tiene ancora banco la questione dei bolli auto 2018 per i quali, in questi giorni, oltre 87mila molisani si sono visti recapitare atti giudiziari di pagamento nelle proprie cassette postali.

Un’amara sorpresa, visto che la richiesta di pagamento della società concessionaria della Regione per la riscossione della tassa automobilistica risale appunto a tre anni prima. Qui sta il punto: la legge stabilisce che, decorsi tre anni, il tributo non riscosso è prescritto, se non viene richiesto. E la società Municipia ha inviato molti atti di accertamento con data successiva al 31 dicembre 2021, seppure ‘postalizzandoli’, o per semplificare spedendoli, con data anteriore.

Cosa succede allora? Tributo prescritto o no? I primi a parlare di ‘buco’ nel bilancio della Regione per circa 21 milioni di euro sono stati i consiglieri del Movimento 5 Stelle a Palazzo D’Aimmo, che hanno sottolineato come ormai ci sia poco da fare: Municipia non ha agito per tempo, dunque sulla Regione pioveranno valanghe di ricorsi, con il rischio per l’ente di essere condannato anche a pagare le spese legali.

Una beffa, visto che il Governo centrale, nel marzo 2020, in piena pandemia, adottò il decreto legge n. 18/2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 27/2020, che aveva disposto la sospensione dei termini di versamento dei carichi affidati all’agente della riscossione, nonché delle ingiunzioni e degli atti di accertamento esecutivo emessi dagli enti locali e dai loro soggetti affidatari nel periodo intercorrente tra l’8 marzo e il 31 agosto 2020. Insomma, uno stop di sei mesi che farebbe slittare la prescrizione dei bolli auto. Ma la Regione Molise, come sottolineato dai Cinque Stelle, non ha previsto alcuna sospensione per la tassa automobilistica 2018: e a loro dire, insomma, i contribuenti che faranno ricorso avranno gioco facile a spuntarla.

Ma è davvero così che stanno le cose? Le Regione, sul punto, non ha preso alcuna posizione; isNews ha allora contattato l’avvocato del Foro di Campobasso Ennio Cerio, responsabile di Unione Consumatori Molise, già protagonista in passato di contenziosi in materia, curando centinaia di ricorsi vinti. Il legale, tuttavia, sul caso di specie si mostra scettico: in primis perché la mancata adesione alla sospensione prevista dal Governo, secondo la sua opinione, sarebbe un falso problema, trattandosi di legge dello Stato che ha dunque valenza su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalle decisioni adottate dai singoli territori.

Più ancora, tuttavia, Cerio invita i consumatori a non fare ricorso, stavolta, per non far loro rischiare la soccombenza in giudizio con conseguente pagamento delle spese legali. Il motivo: la giurisprudenza recente terrebbe in considerazione, ai fini della prescrizione, la data della postalizzazione e non quella dell’arrivo delle ingiunzioni di pagamento, ravvisabile dal timbro posto all’esterno della busta verde contenente gli avvisi. Cambiato l’orientamento dei giudici, insomma, per Cerio converrebbe saldare: se così fosse, nessun ‘buco’ da 21 milioni nelle casse della Regione, con buona pace dei contribuenti smemorati o furbetti che non hanno provveduto a pagare il bollo auto 2018.

Pasquale

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