Diavolo, Uomo cervo e Orso: resiste il Carnevale molisano

Invitate dalla Regione Molise, le tre maschere di Tufara, Castelnuovo a Volturno e Jelsi, che animano alcuni tra i riti carnevaleschi più noti e amati, si sono ‘incontrate’ stamattina al palazzo ex Gil. Il Diavolo unico a ripartire in piazza: “Martedì Grasso ci saremo, con le dovute precauzioni e attenzioni”.

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di Maurizio Cavaliere

CAMPOBASSO. Il Diavolo di Tufara, Gl Cierv’ di Castelnuovo (Rocchetta) a Volturno e l’Orso di Jelsi: le tre maschere di tre dei riti più noti del carnevale molisano si sono incontrate stamattina al centro di Campobasso, nello spazio esterno del palazzo ex Gil in via Milano.

L’iniziativa si è svolta per volontà della Regione Molise che ha invitato le delegazioni provenienti dai tre Comuni. I figuranti hanno fornito un piccolo saggio del rito di riferimento. Niente a che vedere con le spettacolari performance per le strade dei paesi, solo qualche minuto per ricordare a tutti che loro, le maschere più suggestive del Molise di un tempo, ci sono sempre, nonostante la pandemia abbia interrotto il percorso secolare delle rappresentazioni.

Delle tre maschere, l’unica che proverà a riprendere il cammino, martedì prossimo, primo marzo, è il Diavolo di Tufara. Il rito si svolgerà, osservando le restrizioni del caso. Hanno invece deciso di restare prudenti a Castelvolturno, frazione di RocchetTa a Volturno, teatro vivo dell’uomo cervo, tra suggestioni e coinvolgimento di tutta la comunità. Non è da escludere che Gl Cierv’ possa tornare a scorrazzare per Castelnuovo in estate, in una manifestazione che potrebbe almeno dare un senso di comunità al rito. Stesso discorso per l’Orso di Jelsi, altra maschera zooantropomorfa di antica origine che è stata ‘riproposta’ in paese nel 2008 sulla base di racconti e ricordi di chi praticava il rito fino a metà del secolo scorso.

Riparte, piano, ma riparte pure il Carnevale. La storia, il folklore e la cultura arcaica e popolare dei nostri luoghi tornano a respirare.