Si parla di una persona che avrebbe assistito da un balcone a parte della terribile scena che si è consumata la notte di Natale


CAMPOBASSO. Omicidio di Cristian Micatrotta, il giudice ha convalidato il fermo per Gianni De Vivo, che resta in carcere a Benevento, mentre vanno avanti le indagini per accertare l’esatta dinamica della tragedia avvenuta in via Vico, nei pressi del terminal, la notte di Natale e che ha sconvolto l’intera città di Campobasso. Una tragedia nella quale ha perso la vita un giovane di 38 anni, colpito alla gola da una coltellata sferrata da Gianni De Vivo, che gli ha tagliato l’aorta, provocandone la morte per dissanguamento.

Le prime risposte arriveranno dall’autopsia svolta oggi a Campobasso da Stefania De Simone, anatomopatologa dell’università di Foggia, alla quale Elisa Sabusco, il sostituto procuratore del Tribunale di Campobasso titolare dell’inchiesta, questa mattina ha assegnato l’incarico. Insieme alla dottoressa De Simone anche i periti di parte Paolo Scarano, per la difesa di De Vivo e Vincenzo Vecchione, in rappresentanza dei familiari della vittima.

E proprio i familiari di Cristian, straziati dal dolore, attendono lo svolgimento dell’autopsia, per poter provvedere al funerale. Una volta che arriverà il via libera del Tribunale.

Gianni De Vivo, 37 anni, ex dj, resta nel carcere di Benevento, dopo che ieri non ha risposto nell’interrogatorio di garanzia svolto davanti al Gip del Tribunale di Campobasso Veronica D’Agnone. Strategia difensiva, ha spiegato il suo legale Mariano Prencipe, dovuta anche al fatto che il tempo per parlare dell’accaduto con il suo assistito si era limitato a pochi minuti. Con l’avvocato che ha invitato a fare una ricostruzione dei fatti accurata, e che ha parlato di un’aggressione ai danni di De Vivo, prima dell’accoltellamento, da parte di almeno due persone. Una vicenda, come ha detto la Procura nell’immediatezza, legata alla droga.

Nel frattempo sono stati sequestrati i cellulari dei due uomini che erano con Micatrotta il 24 dicembre, e che ieri sono stati ascoltati in Procura come persone informate sui fatti. A quanto risulta, infatti, ci sarebbero state diverse telefonate tra De Vivo e uno dei due amici che erano con la vittima quella sera.

Nel frattempo i carabinieri stanno ricostruendo tutto l’accaduto – sembra che prima dell’accoltellamento De Vivo stesse litigando con il cognato della vittima, anche lui avrebbe riportato una ferita – e stanno raccogliendo le testimonianze. Anche da parte dei residenti di via Vico.

Qualcuno, richiamato dalle grida, sembra abbia assistito da un balcone a parte della scena terribile che si è consumata la vigilia di Natale. Cristian Micatrotta che viene colpito alla gola, da un coltello con la lama di 13 centimetri, e che crolla a terra in una pozza di sangue. La vita di un ragazzo che tutti ricordano con un gran cuore finita in pochi minuti. Nella notte di Natale.

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