Oggi la conferenza stampa in cui il commissario ad acta ha illustrato cosa sarà fatto per garantire le cure ai molisani, partendo dal potenziamento della prevenzione oncologica e della rete di emergenza-urgenza


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Integrazione funzionale tra sanità pubblica, a cui sarà affidata la regia della salute in Molise, e sanità privata convenzionata. E nessuna chiusura o ridimensionamento dei reparti degli ospedali molisani.

Lo ha annunciato Donato Toma, che oggi ha illustrato, in qualità di commissario ad acta per il rientro dal deficit sanitario, il Piano operativo sanitario 2019/2021. Al suo fianco il sub commissario Annamaria Tomasella e il direttore regionale della Salute Lolita Gallo, con cui ha più volte precisato che lavora in sinergia.

“All’ospedale Veneziale di Isernia non verrà sottratta alcuna specialità. In Molise non si toglie nulla, semmai si aggiunge. Niente verrà sottratto”, ha detto Toma facendo riferimento alle preoccupazioni espresse sul declassamento di Chirurgia e Emodinamica a Isernia, “polemiche elettorali”, come le ha definite. “Valuteremo eventualmente – ha aggiunto – se fare un atto formale di chiarimento, ma quello che ho detto non può essere messo in discussione. Ciò che oggi è negli ospedali non verrà toccato”.

“Potenzieremo, partendo dall’Oncologia e aumentando di migliaia il numero degli screening, perché oggi se ne fanno pochi – ha affermato Toma, che ha poi annunciato novità anche per la gestione della rete dell’emergenza e delle malattie tempodipendenti. – Faremo accordi locali, che si affiancheranno agli accordi con Foggia e Benevento, ma questo sarà precisato nei Dca”, vale a dire nei decreti che Toma emetterà come commissario ad acta. Intanto è stata chiesta una consulenza ad Agenas, sotto forma di due esperti. 

IL COMMISSARIAMENTO. Dettagli precisati in una lunga conferenza stampa, partita dall’inserimento del Molise nell’elenco delle regioni in piano di rientro dal deficit, nel 2007 “quando presidente era Michele Iorio”, all’inserimento del Molise tra le regioni commissariate, nel 2009. Incarico affidato ai governatori, lo stesso Iorio, poi Paolo Di Laura Frattura, fino alla nomina del commissario governativo Angelo Giustini, mai condivisa, e poi Flori Degrassi, “non l’ho mai detto ma ritenevo che la Degrassi fosse la persona giusta al posto giusto, per questo la sua nomina non l’ho mai impugnata e con lei i rapporti sono stati sempre di grande collaborazione”, ha affermato Toma. Nominato commissario ad acta il 5 agosto scorso dal premier Mario Draghi, dopo aver chiesto per tre anni che l’incarico fosse affidato a lui, in qualità di presidente di Regione, quando era stato superata, con una pronuncia della Corte costituzionale, la norma che sanciva l’incompatibilità tra le due cariche. Una battaglia, ha ricordato, nella quale ha visto al suo fianco gli altri governatori e la Conferenza delle Regioni. Come è avvenuto sul nuovo Patto della salute, non ancora attuato a causa dell’emergenza Covid. E che contiene delle deroghe per il Molise e per le piccole regioni, anche queste fortemente richieste. 

INTEGRAZIONE FUNZIONALE. “Abbiamo dato un’anima a questo Pos 2019/21 che non passa al vaglio di alcun organo elettivo molisano, anche se condivido la seduta monotematica del Consiglio regionale, che va sempre informato”, ha precisato ancora Toma, anticipando un lavoro di concertazione sul Piano 2022/24 e illustrando gli obiettivi prefissati nel documento presentato da Giustini e adottato dopo aver preso atto delle osservazioni mosse a dicembre 2020 dai Ministeri della Salute e delle Finanze, rimaste inattuate. “La sanità molisana – ha precisato il commissario – deve essere unica, il pubblico ha la regia e il privato deve essere complementare. Ci deve essere una integrazione funzionale. Questo significa che i servizi che possiamo erogare come sanità pubblica verranno forniti direttamente, quelli che non possiamo erogare, ma che ha la sanità privata, verranno acquisiti “. Quindi gli ‘accordi di confine’. In sostanza, i servizi non disponibili in Molise tra il pubblico e privato convenzionato saranno oggetto di specifiche convenzioni con le strutture sanitarie delle regioni limitrofe. Partendo dalla revisione della mobilità attiva e passiva.

LA RETE OSPEDALIERA. “Il mio obiettivo, ma in questo parlo da governatore e non da commissario, è sempre stato quello di avere un Dea di secondo livello a Campobasso e due ospedali di primo livello a Isernia e Termoli – ancora le parole di Toma – Allo stato delle cose il Cardarelli resta hub di primo livello e il Veneziale e il San Timoteo ospedali spoke, il Caracciolo di Agnone ospedale di area disagiata e Larino e Venafro strutture intese come Case della salute. Venafro da potenziare, perché Larino ha operato bene nella riabilitazione post Covid”. Le strutture private convenzionate sono invece Gemelli Molise, Neuromed, Gea Medica, Villa Ester e Villa Maria.

INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE E TECNOLOGIA. Il commissario ha parlato di oltre 120 milioni di euro di fondi ex articolo 20 fermi “perché bisogna fare i progetti” e di importanti lavori da fare partendo dall’adeguamento sismico, con 14 milioni di euro previsti per Termoli e 100 milioni per Isernia, nell’ambito del Pnrr. Altri finanziamenti serviranno per potenziare la tecnologia, le attrezzature sanitarie necessarie per rendere più efficiente la sanità del Molise.

LE ASSUNZIONI. Toma ha anticipato i contenuti del Piano aziendale Asrem, con 930 assunzioni in 3 anni, di cui 350 per sostituire personale sanitario che andrà in quiescenza, attraverso mobilità, concorsi e stabilizzazioni.

I NUMERI DEL DEFICIT. “Il disavanzo sanitario genera debito – ha concluso Toma – nel 2019 il deficit superava i 100 milioni di euro. Ma chiederemo 30 milioni di premialità, che finora non ci sono state concesse e 20 milioni di recupero Irap che il Governo finora non ci ha girato”.

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