L’appello del sindacato all’Asrem: chiarezza su chi gestirà il servizio e a quali condizioni


CAMPOBASSO. Preoccupazione e dubbi, tra i lavoratori della manutenzione ospedaliera, dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato del 2 luglio scorso che ha accolto la richiesta avanzata dall’azienda isernina Spinosa Costruzioni Generali.

L’impresa aveva chiesto di sospendere la sentenza del Tribunale ammnistrativo regionale “limitatamente agli effetti ostativi che potrebbero derivarne alla prosecuzione della procedura di gara in corso” relativamente all’appalto da 46 milioni di euro per la manutenzione degli ospedali del Molise.

In sostanza, la decisione di aderire alla convenzione Consip da parte dell’Asrem, che di fatto ha scalzato le ditte molisane sostituendole col colosso italo-francese Siram-Veolia, è valida fintanto che la gara regionale non è conclusa. Una questione sulla quale prende posizione la Fimo Cgil che, in una nota, si dice “molto preoccupata per il clima che si è creato tra i lavoratori e le proprie famiglie rispetto all’incertezza nel futuro, in quanto non si riesce a capire quale decisione possa prendere la Asrem, circa chi e a che condizioni gestirà questo servizio fondamentale per la sanità molisana”.

In questo passaggio di appalto tra le aziende molisane e la Siram Veolia, da poco conclusosi, tutte le clausole di salvaguardia della manodopera, “fortemente richieste ed ottenute dalla Fiom Cgil Molise, sono state pienamente rispettate e anzi, per far fronte alle nuove esigenze sopravvenute, sono state fatte anche ulteriori assunzioni, il tutto nel pieno rispetto del Contratto collettivo nazionale”.

Tutto questo, per la Fiom Cgil Molise, oltre ad aver portato “sostanziali vantaggi ai lavoratori impegnati nell’appalto, che vedono rispettati tutti i propri diritti, ha avuto una ricaduta positiva sull’economia già precaria della nostra Regione”.

Di qui l’appello del sindacato metalmeccanici al senso di responsabilità della classe politica e agli apparati dirigenziali dell’Asrem, “affinché si possa assicurare il futuro occupazionale e dignitoso a tutte le maestranze operanti nel settore, anche a garanzia della tenuta di un tessuto sociale già fortemente provato dalle conseguenze della pandemia”.

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