L’architetto e storico dell’arte: “Non mi risulta che la città pentra abbia mai fatto realizzare una statua in onore dell’imperatore”. E chiede di conoscere chi sia l’autore del ritrovamento


ISERNIA. Si è mostrato scettico fin dall’inizio, Franco Valente, sul ritrovamento della testa dell’imperatore Augusto emerso dallo scavo di via Occidentale a Isernia appena due giorni fa. L’architetto e storico dell’arte, in una serie di post su Facebook, avanza dei dubbi sul fatto che la testa possa essere effettivamente dell’imperatore romano e invita a non essere troppi frettolosi nell’attribuzione.

“A Venafro per 150 anni tutte le guide archeologiche hanno ripetuto che due grandi statue che ora sono al Museo Archeologico di S. Chiara appartenevano ad Augusto e Tiberio – si legge sul profilo social dell’architetto – Oggi non esiste un solo storico dell’arte e dell’archeologia che sia disposto a sostenere quel riconoscimento. Si tratta, in tutta evidenza, di due personaggi importanti di cui non sapremo mai il nome se non verranno alla luce altri elementi di supporto. Sicuramente, però, non si tratta di Augusto”.

Tornando a Isernia, “il dubbio per la testa scavata pochi giorni fa nei lavori di rifacimento di un muro longobardo – continua Valente – è ancora maggiore. A parte la mancanza di somiglianza con le altre rappresentazioni di Augusto che si conservano in varie parti del mondo. Comunque, la circostanza che il capo di Isernia non assomigli alle altre statue di Augusto è il problema minore. Secondo me si è stati troppo frettolosi nel fare l’attribuzione. Se non si trova l’altra parte della statua è assolutamente inutile tentare di arrivare a una conclusione definitiva. Il suggerimento a riconsiderare con maggiore attenzione la cosa ci viene, per esempio, dai quattro personaggi ai quattro spigoli dell’Arco di S. Pietro. Una testa, addirittura, è stata sostituita nel Medioevo con l’immagine, ritengo io, dell’imperatore Federico II”.

Per lungo tempo, argomenta infatti l’esperto venafrano, “le teste delle statue sono state interscambiabili. In epoca romana, per secoli, si sono fatte statue in serie, tutte eguali, senza testa. Vi era un commercio di questi simulacri. Poi era l’acquirente che si faceva fare una testa applicabile nella parte mancante. Che io sappia non risulta che Isernia abbia mai fatto realizzare una statua in onore di Augusto. Il repertorio delle epigrafi romane di Aesernia, purtroppo, non ci viene incontro”.

“Chi ha fatto questa identificazione? Sulla base di quali elementi? – si chiede ancora l’architetto – “Perché i segni di picconate sulla testa di Augusto? Siamo immensamente felici per la scoperta. Adesso il Ministero dice che sapeva dell’importanza del sito. Ma questo scavo è stato autorizzato? Chi è l’archeologo che ha fatto la scoperta? È stato compilato il giornale di scavo? Sulla scoperta di Isernia ci sarebbe molto da dire oltre la scontata soddisfazione di tutti gli amanti di cose belle. Ci farebbe piacere sapere – conclude Valente – come accade in tutti i paesi civili, il nome dell’archeologo che ha fatto la scoperta, quando e come”.

Domande che come isNews saremo felici di inoltrare alla Soprintendenza, sperando che vengano prese in considerazione e trovino risposte soddisfacenti.

 

Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale

isNews è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, clicca qui e salva il contatto!

e