Le linee guida pubblicate negli Stati Uniti l’8 marzo danno un’idea abbastanza precisa di quello che potrebbe succedere una volta ricevuto il farmaco


STATI UNITI. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno pubblicato, l’8 marzo, le tanto attese linee guida che spiegano cosa possono fare le persone completamente vaccinate. S’intende, cioè, chi ha ricevuto da almeno due settimane la dose del vaccino Johnson&Johnson oppure la seconda di uno qualsiasi degli altri. Queste persone potranno finalmente tornare a socializzare in sicurezza, sia in casa ma anche con altre famiglie al di fuori della loro bolla. I criteri sono molto precisi e riguardano, per ora, quel 10% della popolazione che è attualmente immunizzata. Non un ‘tana libera tutti’, insomma, ma di sicuro una bella boccata di speranza per il futuro. Ecco nel dettaglio le misure consigliate per una vita ‘Covid-free’.

In primo luogo, gli scienziati non sanno ancora se le persone vaccinate possono trasmettere Sars-CoV-2 a persone non vaccinate e quindi ancora suscettibili. Per questo motivo la raccomandazione alle persone vaccinate è di valutare il rischio di malattia seria tra coloro che ancora non hanno ricevuto il vaccino, prima di organizzare un ritrovo. In generale è abbastanza sicuro socializzare in casa con un’altra famiglia non ancora vaccinata, ma solo se non ci sono membri a rischio Covid grave come obesi, ipertesi, cardiopatici, diabetici, pazienti con malattie croniche respiratorie. Se nel gruppo ci sono persone non ancora vaccinate ma ad alto rischio è bene mantenere sempre le stesse precauzioni: indossare le mascherine, mantenere le distanze e possibilmente rimanere all’aperto o in un ambiente ventilato.

È vero che i vaccinati sono altamente protetti dalla malattia grave ma è bene ricordare che i vaccini non sono efficaci al 100%: ci sarà sempre un numero non trascurabile di persone che seppur vaccinate si ammalerà in modo leggero o asintomatico (proprio come accade con il vaccino dell’influenza) e quindi manterranno la capacità di infettare. Che cosa vuol dire? “Significa che da 5 a 10 persone su 100, anche se vaccinate, potranno contrarre il virus, seppur senza ammalarsi in forma grave. Si tratta di una percentuale non piccola, che sale con vaccini meno efficaci” chiarisce al CorSera Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano. Il calcolo del rischio deve essere ben valutato, perché in terapia intensiva ci sono finiti anche giovani, atletici e sani, e non solo anziani.

Al momento non esiste una situazione sociale completamente priva di rischi. Come detto anche le persone vaccinate possono sviluppare ancora Covid-19, prima di tutto perché la copertura non è totale e poi perché si è visto che i vaccini in commercio – pur mantenendo elevata capacità neutralizzante – sono meno efficaci contro le varianti brasiliana e sudafricana. Inoltre al momento non sappiamo neppure quanto duri l’immunità dopo la malattia (si stima 6-8 mesi) e dopo il vaccino (è trascorso ancora troppo poco tempo dall’inizio dei trial) ma si suppone una protezione di almeno un anno, dopo di ché saranno probabilmente necessari richiami (in particolare sulle varianti più preoccupanti). È stato chiarito che in caso di contatto con persona positiva i vaccinati non vanno messi in quarantena, ma se iniziano a sospettare di avere il Covid e manifestano sintomi devono isolarsi e sottoporsi a tampone. Non è dunque ancora sicuro, neppure per i vaccinati, abbandonare totalmente tutte le precauzioni. Durante gli incontri tra più famiglie o in raduni più numerosi le linee guida raccomandano ancora l’uso della mascherina e il distanziamento. Anche negli ambienti pubblici come bar, ristoranti, mezzi pubblici restano in vigore queste precauzioni.

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