Il discorso programmatico del presidente del Consiglio in Aula: responsabilità nazionale, piano vaccinale, Recovery Plan, scuola, donne e clima i temi principali


ROMA. “Nella mia vita professionale non c’è mai stato un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”. E l’emozione lo ‘tradisce’ proprio su quei numeri a lui così cari. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto, nella mattinata di mercoledì 17 febbraio nell’aula del Senato, il suo discorso programmatico, appena conclusosi. In serata il suo governo chiederà la fiducia all’assise.

“Il primo dovere è quello di combattere la pandemia e occuparci di chi perde il lavoro”. Il premier ha ringraziato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il suo predecessore, Giuseppe Conte. Un passaggio sul quale incassa un lungo applauso, ma anche fischi e grida di scherno dall’ala di centrodestra. Il La per sottolineare come la sua nomina non sia “una risposta al fallimento della politica”.

Draghi ha chiesto unità ai partiti e ha esposto il suo programma. Non lesinando colpi al sovranismo, sottolineando più volte come il governo da lui presieduto sarà fortemente europeista e atlantista, che non rinuncerà alla collaborazione con le altre realtà internazionali e, soprattutto all’Euro: “Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine”.

Priorità alla lotta alla pandemia, attraverso una campagna vaccinale molto più pervasiva e veloce, ma anche quello di costruire il futuro dell’Italia tramite i fondi del Recovery Plan. Senza però raccontare favole: “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Acune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

Draghi ha sottolineato l’importanza della scuola, attraverso la necessità di recuperare le ore perse a causa del Covid, e della lotta al cambiamento climatico: “Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”. Importante anche il passaggio sul divario di genere e il gap salariale: “Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi”.