Il coronavirus Sars-CoV-2 non uccide allo stesso modo. L’analisi elaborata dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università Cattolica – campus di Roma


La mortalità da Covid-19 in Italia “si manifesta con estrema variabilità nelle regioni”.
A disegnare la mappa della letalità – riferisce adnkronos – è un’analisi elaborata dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università Cattolica – campus di Roma, direttore Walter Ricciardi e direttore scientifico Alessandro Solipaca, effettuata sulle informazioni attualmente disponibili relative agli ultimi 2 mesi in Italia e su quelle raccolte dall’esordio della crisi sanitaria in Europa.
Gli esperti – si legge – confermano “quanto già emerso sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19”, cioè che “la pandemia ha avuto intensità e letalità diverse sia in Italia sia in Europa. Tali evidenze dovranno essere analizzate e comprese dalla scienza medica e dagli esperti di organizzazione dei sistemi sanitari, poiché le differenze riscontrate – sottolineano – non sono attribuibili solo alla fragilità della popolazione anziana, quella più colpita dal virus”.

Dall’inizio della pandemia al 14 dicembre – riporta l’analisi secondo adnkronos – nel nostro Paese si sono registrati 65.011 decessi da Covid-19, di cui il 36,7% in Lombardia, l’11% in Piemonte e il 10,2% in Emilia Romagna. Il rapporto tra decessi e contagi, quindi tecnicamente la letalità dell’infezione da Sars-CoV-2, si attesta al 3,5% a livello nazionale, con la Lombardia che sperimenta il valore più elevato (5,4%) e la Campania il più basso (1,3%). Secondo i dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità, aggiornati al 2 dicembre, l’età media dei pazienti Covid-positivi deceduti è 80 anni. Un dato che a partire dalla terza settimana di febbraio è andato aumentando fino a raggiungere gli 85 anni nella prima settimana di luglio, per poi calare leggermente sotto gli 80 anni a partire da settembre.

Gli esperti evidenziano che mentre la prima ondata epidemica ha interessato sostanzialmente solo il Centro-Nord della Penisola, la seconda si è sviluppata su tutto il territorio, continuando tuttavia a mostrare significative differenze tra regioni, soprattutto rispetto al numero di decessi Covid.

Nell’analisi si esamina altresì l’andamento dei decessi segnalati nell’arco di 2 settimane in relazione ai contagi registrati nelle 2 settimane precedenti, in modo da considerare lo sfasamento temporale tra la diagnosi e la morte. Confrontando il periodo dal 23 novembre al 6 dicembre con quello dal 26 ottobre all’8 novembre, i ricercatori dell’Osservatorio notano un sensibile aumento della variabilità dell’incidenza dei decessi e dei contagi tra le regioni con il livello più alto dei contagi. Tale dinamica ha indebolito il legame tra contagi e decessi, segno per gli esperti che su questa relazione intervengono fattori di natura diversa.

 

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