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Dpcm, la ‘resistenza civile’ di cinema e palestre che restano aperti in barba al Governo

In Salento un multisala disubbidisce: “Il cinema è sicuro, aspettiamo la chiusura forzata”. E anche a Ferrara c’è chi dice no: una palestra che si rifiuta di adeguarsi alla norma. Storie di imprenditori che hanno deciso di ribellarsi e far sentire la propria voce


TAVIANO/FERRARA. La seconda chiusura di palestre, cinema e teatri imposta dall’ultimo Dpcm per contrastare la pandemia da Sars-Cov-2 non ha trovato gli stessi consensi inevitabili della prima. Qualcuno ritiene la decisione sia presa a ragione, qualcuno a torto, ma le voci di dissenso si alzano da diverse parti. Una protesta che monta a livello nazionale, che coinvolge moltissimi protagonisti dello spettacolo: attori a registi, ma anche gestori di sale, operatori, imprenditori e personal trainer già fortemente provati dal lockdown di marzo. Non sono proteste campate in aria: per quanto riguarda il mondo dello spettacolo, ad esempio, l’Associazione generale italiana dello spettacolo ha reso noto che nel periodo compreso fra il 15 giugno e il 3 ottobre su quasi 350mila spettatori (per quasi tremila spettacoli dal vivo, NdR) si è registrato solo un caso di positività al Covid-19. E alcuni imprenditori, stavolta, hanno quindi deciso di dire no, con una forma di disobbedienza civile e di ‘sfida al potere’.

Allora, ecco che in Salento il multiplex Fasano di Taviano resta aperto. Il suo gestore, Antonio Mosticchio, ha dichiarato: “Appurato che non esistono evidenze scientifiche di focolai dovuti a cinema e teatri, che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l’uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere, si è deciso di adottare un comportamento di disobbedienza civile”. Cinema aperto, dunque, “fino a quando non vi sarà una chiusura forzata”.

“Noi resteremo aperti, perché in questo momento storico il cinema è più che mai una forma di evasione e di arte che garantisce intrattenimento e apporto terapeutico in un periodo di forte stress psicologico”, riporta La Repubblica. “Non siamo negazionisti – precisa Mosticchio – Il virus esiste, ne siamo ben consapevoli e infatti adottiamo e abbiamo sempre adottato tutte le misure di prevenzione consigliate dal Cts. La nostra protesta è contro le misure intraprese nei confronti di cinema e teatri, dove il rischio di contagio è praticamente nullo”.

Il discorso palestre non è esente da tutto questo. E se alcuni personal trainer si sono già attrezzati per corsi all’aperto, per qualcun altro la via è la stessa di Mosticchio: la resistenza civile. “Voglio continuare a rispettare le regole ma non potete chiuderci e se non sarò ascoltata prego il sindaco di non mandarmi nessuna autorità a chiudermi, perché li farò tornare indietro con le buone o con le cattive” così invece Maria Antonietta Pellanda, titolare di una palestra per Bodybuilding nel Ferrarese, che ha annunciato con toni molto meno concilianti di voler disobbedire. Come spiegato a il Resto del Carlino, a preoccupare è soprattutto il lato economico con uno stop alle attività che metterebbe in ginocchio le casse della palestra costringendola a una chiusura definitiva.

“Non si possono più rispettare imposizioni del genere soprattutto perché lo stato italiano non è in grado di tutelarci e aiutarci. In questa pandemia le uniche persone che hanno superato brillantemente il contagio sono stati gli sportivi e cosa fa il Grande Signor Conte? Chiude le palestre dove facilmente si può tenere sotto controllo il contagio”, ha scritto in un post su Facebook la Pellanda, che è a capo di un’associazione sportiva dilettantistica con sede nella zona di Pontemaodino, nel comune ferrarese di Codigoro.

“Prego il sindaco di non mandarmi nessuna autorità a chiudermi, perché li farò tornare indietro con le buone o con le cattive e chi mi conosce sa che lo farò. Il lavoro è un diritto”, ha concluso la donna, lanciando un appello anche ai suoi omologhi: “Il mio lavoro è essenziale per me e la mia famiglia. Da qui non mi smuove nessuno. Restate aperti tutti, gestori e imprenditori”.

Pierre

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Pietro

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