Almeno 30 le vittime. La donna rubava i test in ospedale e il compagno li eseguiva. I referti, intestati all’ospedale Spallanzani erano alterati grazie a un pc e davano sempre esito negativo


Tamponi a domicilio a prezzi stracciati: è stata scoperta la truffa messa a segno da un’infermiera con la complicità del suo compagno. Nei guai è così finita una coppia di Civitavecchia. I test, finti e rubati in ospedale davano sempre risultati negativi. 

Secondo la Procura sarebbero almeno 30 le vittime della coppia, accusata, di concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica. I referti, intestati all’ospedale Spallanzani, erano alterati grazie a un pc.

Il compagno della donna, secondo quanto ricostruito da Il Messaggero, faceva pagare i tamponi a un prezzo inferiore rispetto a quello di mercati. Ma c’è di più. La posizione della coppia potrebbe aggravarsi dal momento che una delle tante persone che si è rivolta alla coppia e a cui era stato dato un referto di negatività al Covid, potrebbe essere invece positiva e quindi aver, involontariamente, contagiato amici e conoscenti.

L’indagine è partita grazia alla segnalazione di una lavoratrice di una ditta di pulizie di Roma. La donna si è insospettita perché nel referto, intestato all’ospedale Spallanzani, legge una nota in cui non si esclude una sua positività. La donna si è così rivolta direttamente alla struttura che le ha assicurato di non aver mai fatto quel tampone.

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