“Il rischio non è legato solo all’evento. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone, non si può prescindere da comportamenti corretti”, ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di sanità


ROMA. “I raduni di massa sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio che non è legato solo all’evento. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone. Il Cts ritiene che allo stato attuale non ci siano le premesse per eventi con spettatori e la preoccupazione è anche quella di non sovraccaricare il sistema di altri fattori di rischio”. Così presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito degli eventi sportivi. 

Per quanto guarda le linee guida generali, Brusaferro spiegache l’età media dei contagiati “è sotto i 30 anni ma gli asintomatici sono oltre la metà. Il virus è più pericoloso in relazione all’età e alla presenza di altre patologie. La sfida da ora in poi è evitare che i giovani siano veicolo di diffusione di contagio per gli anziani e le persone fragili. Ad oggi non abbiamo elementi per affermare che la malattia sia cambiata. Anche chi ha bassa carica virale però può contagiare. Dunque non si può prescindere da comportamenti corretti a cominciare dalla quarantena”. La questione degli stadi e della loro riapertura è molto complessa ma si sta ragionando su soluzioni diverse, come ad esempio l’accordo stretto tra la Regione Piemonte e Juventus per aprire l’Allianz Stadium a un massimo di 3000 persone, oppure le misure prese per la Supercoppa di basket.

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