Il sindaco ha firmato un’apposita ordinanza. Stop all’utilizzo delle risorse idriche per innaffiare orti e giardini e per lavare le auto


ISERNIA. Come ogni anno, durante l’estate, si sta verificando il fenomeno della diminuzione dei livelli delle fonti di approvvigionamento e, conseguentemente, si registra la difficoltà di riempimento dei serbatoi idrici comunali di Isernia.  

Carenza d’acqua dunque, che ha spinto il sindaco Giacomo d’Apollonio a firmare un’apposita ordinanza per scongiurare gli sprechi. Stop dunque all’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto comunale per usi che non siano domestici o primari.

“Si ripropongono – si legge nell’ordinanza – i problemi relativi ai disservizi nell’erogazione dell’acqua potabile per usi domestici causati dal contemporaneo e massiccio utilizzo per innaffiamento di orti, giardini, lavaggio autovetture e simili, lavaggio spazi ed aree pubbliche e private, riempimento di piscine e che tale utilizzo mette a rischio le scorte d’acqua accumulate creando perdite di pressione lungo le tubazioni che possono penalizzare l’erogazione verso le utenze poste alle quote più sfavorite o servite da tubazioni di non grosso diametro”.

L’obiettivo dell’ente è dunque quello di impedire sprechi delle risorse idriche, al fine di assicurare l’erogazione dell’acqua per usi potabili domestici della popolazione.

“L’acqua è un bene prezioso e limitato e che deve, prima di tutto, soddisfare i fabbisogni per gli usi alimentari ed igienico-sanitario – si legge ancora nell’atto -. L’eccessivo consumo di acqua potabile diverso dall’uso strettamente domestico non consente di garantire la fornitura di acqua potabile per gli usi civili”.

Per questo con ordinanza n. 135 del 18 agosto, il sindaco ha disposto che è fatto assoluto divieto, salvo espressa revoca, su tutto il territorio comunale e a tutti i cittadini di prelevare o utilizzare l’acqua erogata dal pubblico acquedotto per innaffiare prati, giardini e orti, lavare veicoli e riempire piscine e comunque per ogni altro uso diverso da quello alimentare domestico, per gli animali e per l’igiene personale.

Inoltre, avverte che l’inosservanza del presente provvedimento comporterà l’applicazione ai trasgressori delle sanzioni amministrative nella misura prevista dall’art.7 bis del D.Lgs 267/00 da un minimo di 25 euro a un massimo di 500 in ragione della gravità dell’infrazione con contestuale diffida all’immediata sospensione dell’irregolare utilizzo dell’acqua potabile.

 

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