La gran parte si è spontaneamente segnalata agli amici rimasti all’interno, permettendo così ai gestori del Cat e alle forze dell’ordine di rintracciarli e riportarli indietro. Il positivo al Covid è sempre in isolamento e non si è mai mosso dal suo appartamento. Aumentato il numero del personale per cercare di arginare altri episodi


ISERNIA. Terminata la fuga dei migranti tunisini che si erano allontanati dal centro d’accoglienza ‘Il Geco’ di viale dei Pentri nel pomeriggio di ieri.

Quattordici su 19 i nordafricani, dopo qualche ora, hanno scelto di tornare alla base, segnalando telefonicamente la loro presenza ai connazionali rimasti all’interno del Cat. In tal modo, i gestori del centro, di concerto con le forze dell’ordine, sono riusciti a rintracciarli e a riportarli indietro. La maggior parte di essi era nelle vicinanze di Isernia e aveva tentato di nascondersi arrampicandosi sugli alberi. Ma alla fine la razionalità ha prevalso.

migranti sui binariTre di essi, invece, incamminatisi sui binari della ferrovia, sono stati riacciuffati direttamente dalla polizia. Secondo quanto appreso da fonti interne, ne mancherebbe ancora cinque all’appello (e non uno, come inizialmente riferito)  con le indagini che proseguono per cercare di ritrovarli.

Smentita categoricamente, invece, la voce impazzata sui social che voleva tra i fuggitivi anche l’unico tunisino risultato positivo al coronavirus: il ragazzo, asintomatico, si trova in un appartamento isolato dal resto degli ospiti ed è sorvegliato h24 per impedire che possa avere contatti con altri migranti. Dal Cat, in queste ore, è stato anche aumentato il numero del personale addetto, così da poter gestire con la massima sicurezza il caso di Covid e dare manforte agli operatori della struttura impiegati nella normale amministrazione. In ogni caso, su tutti gli ospiti presenti, vengono costantemente effettuati controlli della temperatura e del livello di ossigeno nel sangue.

A scatenare l’istinto di fuga di massa, le notizie del rimpatrio di altri immigrati tunisini alloggiati a Bari: gli ospiti della struttura di viale dei Pentri non vogliono assolutamente tornare in Patria e sono molto spaventati all’idea. Il problema della fase d’emergenza, insomma, che non prevede la possibilità di far permanere sul territorio nazionale e integrare i cosiddetti migranti economici, dunque, resta un nodo- difficilissimo – da sciogliere a livello governativo.

 

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