di Alessandra Gioielli
Lo scalpellino resuscitato. I miracoli che fanno più sensazione sono quelli capaci di ridare vita alle persone. Cristo ridestò Lazzaro defunto e San Pietro Celestino «risuscitò quattro morti», come scrisse Vincenzo Spinelli in un volume del 1664. Ecco il racconto d’uno di questi quattro prodigi celestiniani.
Una volta, due fratelli scalpellini che facevano spesso visita all’eremita Pietro Angelerio da Isernia sul monte dov’egli viveva, per consentirgli d’avere sempre di che dissetarsi, pensarono di modellare a forma di piccola vasca un bianco masso del romitorio, in modo da raccogliervi le infiltrazioni d’acqua che scendevano lungo una parete della roccia. Mentre eseguivano l’opera, il grosso maglio usato da uno dei fratelli colpì accidentalmente l’altro al capo, provocandone la morte. Il colpevole, disperato, si mise ad urlare e attirò l’attenzione dell’eremita. Pietro, che stava poco lontano raccolto in preghiera, si avvicinò e si chinò sul cadavere. Con la mano sinistra gli sollevò la testa e con la destra gli fece tre volte in fronte il segno della croce. Un improvviso bagliore circondò il romitorio e, per miracolo, il morto resuscitò.
L’acqua per i mietitori. La tradizione orale molisana tramanda una leggenda secondo la quale l’acqua d’una sorgente, ritenuta miracolosa, sia sgorgata nei pressi d’un vasto campo di grano in seguito all’intervento miracoloso di Pietro da Isernia.
Costui, transitando un giorno d’estate nei pressi di quel campo, vide alcuni mietitori falciare le spighe mature sotto il sole cocente. I braccianti, per la fatica e la calura, erano molto assetati ma non avevano più nulla da bere, né lì vicino c’erano fontane o ruscelli. Pietro, allora, chiese a uno dei mietitori di consegnargli la sua falce messoria e, avutala, la piantò con decisione al suolo. Proprio in quel punto, dalla terra zampillò una fresca acqua sorgiva. Una credenza vuole che la sorgente resti quasi asciutta per gran parte dell’anno e che l’acqua torni a sgorgare con vigore solo nei giorni che precedono il 19 maggio, il dies natalis di San Pietro Celestino.
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