Il primo cittadino d’Apollonio ha preteso nelle sedi competenti una rigida quarantena per i 43 tunisini giunti ieri in città e ha fatto presente che, in virtù della presenza di altri extracomunitari nei Cat, non sarà possibile andare oltre: “Quelli che abbiamo sono più che sufficienti”


ISERNIA. Ha detto no, forte e chiaro, all’arrivo di altri migranti. Lo ha fatto nelle sedi istituzionali deputate, alla luce dell’emergenza Covid che, in maniera strisciante, anche in Molise continua a farsi sentire.

Il sindaco di Isernia, Giacomo d’Apollonio, fa chiarezza sulla questione dei 43 tunisini arrivati in città nella giornata di ieri. In un’intervista rilasciata ieri al Tgr Molise, ha spiegato di aver rappresentato al prefetto le sue perplessità “per l’arrivo di nuovi migranti. Innanzitutto perché nei nostri Cat già ne abbiamo altri che costituiscono un serio impegno di accoglienza per la comunità, anche nell’ottica d’una loro integrazione”.

Ma ciò che preoccupa il primo cittadino è soprattutto l’aspetto sanitario, in ragione del Covid-19 “che non è stato ancora debellato, anzi c’è una situazione strisciante che crea allarme. Si registrano, infatti, ancora alcuni casi in città e dei cluster sul territorio regionale. Questo crea una ulteriore apprensione che induce ad intensificare i controlli. Pertanto – ha sottolineato d’Apollonio – ho preteso e ottenuto che i migranti arrivati da Lampedusa siano posti sotto rigida quarantena e che per essi siano effettuati tutti i tamponi utili alle verifiche sanitarie, a prescindere se siano già stati o meno svolti altri esami precedenti, come ad esempio i prelievi sierologici. Ho, inoltre, avuto garanzia riguardo ai controlli delle forze dell’ordine, che attueranno una vigilanza assidua”.

Ma è sui possibili nuovi arrivi che il sindaco, più che mai, tiene ferma la posizione. “Ho altresì chiesto, con estrema fermezza, che il numero venga contenuto – ha giurato – che non ci siano ulteriori arrivi perché reputo che la quantità di migranti ospitati sia più che proporzionata alle dimensioni e alla situazione socio-economica del nostro territorio”.

A margine dell’intervista, d’Apollonio ci ha tenuto a precisare anche che i 43 tunisini giunti da Lampedusa non fossero inizialmente destinati a Bojano per poi essere dirottati a Isernia. “Durante la riunione dell’Unità di crisi che si è tenuta giorni fa presso la Prefettura di Campobasso – ha concluso – si è convenuto per un’equa distribuzione sul territorio regionale, nel senso che all’area provinciale isernina toccasse all’incirca un terzo dei migranti”.

 

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