Come preannunciato non si sono fatti attendere gli attacchi politici trasversali all’indirizzo del governatore Toma dopo la bocciatura rimediata dal Ministero della salute al piano di riorganizzazione ospedaliera per l’emergenza Covid.  Da una parte il consigliere regionale Michele Iorio e dall’altra il segretario del PD Vittorino Facciolla tornano sull’argomento per mettere in evidenza tutti gli errori commessi dal numero uno di palazzo Vitale nella predisposizione di un piano che doveva necessariamente essere approvato dal consiglio regionale 


CAMPOBASSO. “Il Molise è l’unica regione d’Italia dove si vogliono impegnare tutti gli ospedali pubblici nella rete Covid creando un perfetto modello Codogno”. Così Michele Iorio che torna a polemizzare contro il governatore del Molise sulla vicenda relativa alla gestione del virus in regione. Il consigliere a Palazzo D’Aimmo prende spunto dalla bocciatura del Ministero al piano elaborato da Toma e dal commissario Giustini e constata che è in atto un aggiramento della disciplina legislativa relativa al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza Covid.

“La legge è chiara” – sostiene Iorio -: “la programmazione, secondo i decreti, spetta alle regioni. In Molise, secondo lo statuto, la programmazione spetta al consiglio regionale. Quindi a presentare il piano del centro Covid a Roma spetta alla Regione su proposta del presidente della giunta, titolare della gestione dell’emergenza, che porta il piano all’approvazione del consiglio.

Il presidente Toma è venuto meno al suo dovere di presentare un piano di riorganizzazione legato ad un fenomeno ipotetico, cioè il ritorno della pandemia che tutti ci auguriamo non avvenga ma che comunque potrebbe accadere. E se dovesse accadere – incalza l’ex governatore – qualcuno dovrà rispondere della mancata attuazione della programmazione che in più occasioni ha visto esprimersi il consiglio regionale con l’approvazione di mozioni che indicavano come linea programmatica il centro Covid a Larino.

Il presidente della Regione, quand’anche non avesse più condiviso questo percorso, aveva comunque il dovere di presentare un piano di riorganizzazione in consiglio regionale. Oggi invece – aggiunge Iorio – ci ritroviamo che Toma ha fatto come Ponzio Pilato e il Molise si ritrova con il direttore generale del Ministero della Salute che comunica, non al titolare dell’emergenza – il presidente della Regione – ma alla struttura commissariale, a cui non spetta le gestione del piano di riorganizzazione in quanto rientrante nella disciplina emergenziale. Il Ministero, oltretutto, dice alla struttura commissariale che l’unico piano di cui il consiglio regionale è stato ufficialmente informato e su cui ha adottato parere favorevole, va modificato.

Come se non bastasse, ci ritroviamo pure che il Quotidianosanità.it del 25 giugno scorso pubblica che “sono 13 le Regioni su 21, ad aver deliberato specifici piani di riorganizzazione dell’attività ospedaliera per il potenziamento della rete ospedaliera e delle terapie intensive previsti dal Dl Rilancio e che dovevano essere presentati entro il 19 giugno”. Il Molise non c’è” – osserva amareggiato Iorio. “Eppure – continua – secondo il dg del ministero il piano del Molise va modificato e le modifiche vanno fatte nel rispetto del decreto 34, della circolare in cui sono contenute le linee guida e nel rispetto degli standard ospedalieri definiti dal decreto ministeriale 70 del 2015.

Dunque, nonostante tutto, nelle nota del Ministero viene sancito ancora una volta che la titolarità dell’approvazione dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera Covid spetta alle regioni e che “sono recepiti nei programmi operativi e sono monitorati congiuntamente, a fini esclusivamente conoscitivi, dal Ministero della salute e dal Ministero dell’economia e delle finanze in sede di monitoraggio dei citati programmi operativi”.

L’omissione commessa da Toma potrebbe essere recuperata chiedendo una breve proroga al Ministero della salute e portando gli atti necessari in consiglio. Altrimenti si deve supporre che il Ministero della Salute intende utilizzare l’assenza di programmazione della Regione Molise come motivo per sostituirsi ad essa nell’organizzazione delle rete ospedaliera Covid. Nel qual caso – conclude Michele Iorio – ci troveremmo di fronte ad una grave responsabilità politica”.

Intanto sull’argomento torna anche il segretario regionale del PD Vittorino Facciolla, per il quale “l’atto del Ministero, relativo alla gestione sanitaria post Covid, che lo ha sbugiardato, mette nero su bianco tali parole: “coerenza con gli atti di programmazione regionale recentemente adottati”. Non fa quindi riferimento all’attività di Giustini e dello Stato, ma solo ed esclusivamente alla programmazione regionale.

Toma è stato smentito dal Ministero, che gli piaccia o no anche se, nelle dichiarazioni che oggi ha rilasciato alla stampa locale ha provato ancora una volta ad arrampicarsi sugli specchi, mistificando la realtà e cercando di far passare il concetto che la questione sia di competenza dello Stato e non della Regione.

Ma la verità – incalza Facciolla – è nelle parole usate nel documento del Ministero: la programmazione sanitaria spetta al Consiglio regionale.

Quindi due sono le cose: o Toma non capisce ciò che legge o ha come metodo la menzogna costante e sistematica alla quale non crede oramai più nessuno, salvo qualcuno che non ha la possibilità di leggere gli atti e spara giudizi affrettati, per poi fare marcia indietro e chiedere scusa. Infine ringrazio il presidente Toma che in risposta alla mia comunicazione mi ‘accusa’ di aver dato alla nota del Ministero una ‘interpretazione partigiana’. 

Ebbene sì – conclude Facciolla – e ne sono fiero se per ‘partigiana’ si intende dalla parte delle regole, della centralità del Consiglio regionale e dei cittadini molisani”.

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