Dopo Salvini e Berlusconi anche Tajani fa sentire la sua voce. Il ‘caso Molise’, che preoccupa i leader nazionali, potrebbe penalizzare la corsa verso la Giunta di Quintino Pallante


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Quintino Pallante assessore al posto di Michele Marone, ma anche no: si fa largo l’ipotesi del rimpasto ‘congelato’.

Uno stand-by di qualche mese, il tempo di far passare le elezioni Regionali del 20 e 21 settembre, test di prova della tenuta della coalizione di centrodestra, con i leader nazionali di Lega e Forza Italia, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e ora anche Antonio Tajani, che hanno invitato il governatore Donato Toma ad attendere.

Una richiesta ribadita al governatore anche dalla leader azzurra Annaelsa Tartaglione e dal coordinatore del Carroccio Jari Colla, che nella ‘bilaterale’ di ieri sera con Toma hanno blindato Marone. Nel senso niente passi falsi ora, per non fare del Molise un ‘caso’ nazionale.

E’ proprio vero il detto “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, riferito non a un povero felino catturato (il senso del proverbio non è letterale), ma alla nomina di Pallante, fino a due giorni fa data per imminente. Che potrebbe restare sospesa, fino al giro di boa di metà legislatura. Quando si rimetterà mano a diversi incarichi. A novembre, come nel brano di Giusy Ferreri.

“Aspetto novembre”, non per niente è la frase che sarebbe stata pronunciata, e non a caso, dalla consigliera Aida Romagnuolo, anche lei in odore di assessorato fino alla scorsa settimana, prima di vedersi superare ai fianchi da Quintino Pallante, nella corsa per la poltrona dell’incolpevole Marone.

Una poltrona che fa gola a molti, al contrario di quella da sottosegretario. Per la quale nessuno si straccia le vesti e che Romagnuolo ha espressamente rifiutato, pur citandone i benefit: l’auto, l’autista,  uffici, una folta segreteria e diverse deleghe. Ma fare l’assessore o il presidente del Consiglio è un’altra cosa. E questo vale per tutti quelli che puntano al rimpasto. O che non vogliono restarne vittime, da Marone a Di Baggio, anche lui a rischio defenestramento.

La decisione spetta comunque al governatore Donato Toma, che in questi giorni sta sentendo le componenti politiche, eletti e vertici di partito, e che ha anche indicato una data: lunedì 20 luglio, giorno in cui si dovrebbe fare sintesi e trovare una soluzione a quella che ha definito “una dialettica serrata all’interno della coalizione”.

Pochi giorni per sapere se ci sarà il cambio di testimone o se si rinvierà tutto di qualche mese. A un autunno che potrebbe riversarsi più caldo di questa tiepida estate molisana.

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