A rischio gli stipendi degli edili, sul Durc sindacati contro voto della Commissione bilancio

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo Conte di rivedere la decisione, minacciando la protesta dei lavoratori

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CAMPOBASSO. Documento unico di regolarità contributiva, Cgil, Cisl e Uil definiscono “vergognoso” il provvedimento approvato in Commissione Bilancio della Camera, su proposta di due deputati del M5s, che abolisce il comma 1 dell’articolo 81 del ‘Decreto Rilancio’, che aveva recepito le richieste delle Parti sociali (Organizzazioni Sindacali e Parti Datoriali) avanzate ai Ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli.

“Il presidente Conte – hanno dichiarato Gianni Panza (Feneal Uil), Giulio Girinelli (Filca Cisl) e Silvio Amicucci (Fillea Cgil) – durante gli Stati generali dell’economia si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero”.

Nel dettaglio il Durc è la lavorazione che tre Istituti, Inps, Inail e Casse edili fanno per dichiarare con un unico documento gli avvenuti versamenti contributivi che le aziende dell’edilizia devono fare nei confronti dei propri dipendenti. In particolare gli ‘accantonamenti versati alla Cassa Edile’ servono per pagare ai lavoratori due volte l’anno lo stipendio quando si va in ferie, i permessi e i ratei della tredicesima mensilità. Senza questi versamenti le Casse Edili non potranno emettere i versamenti a 600mila lavoratori del settore.

“Ma la gravità del provvedimento non finisce qui – hanno aggiunto i sindacati cioè togliere diritti e soldi ai lavoratori edili, poiché la misura favorisce il lavoro nero, depotenzia la bilateralità che nei territori soprattutto negli ultimi anni stava assumendo sempre più il ruolo di presidi di legalità e favorisce la sleale concorrenza tra le imprese sane e quelle non regolari. Se il Governo non rimedierà immediatamente alla ignobile decisione della Commissione Bilancio, organizzeranno la protesta dei lavoratori”.

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