Spiragli dall’incontro tenuto oggi tra il management aziendale e la rappresentanza del governo e del M5S sulle prospettive dello stabilimento di Pozzilli. Confermato il progetto di sviluppo unitamente alla volontà di salvaguardare i livelli occupazionali. A margine è stata espressa soddisfazione anche dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil che hanno tuttavia criticato l’assenza di politici regionali


POZZILLI. Si è svolto questo pomeriggio, in videoconferenza, l’incontro convocato dalla sottosegretaria allo sviluppo economico, Alessandra Todde, sulla situazione dello stabilimento Unilever di Pozzilli.  Presenti, insieme ai rappresentanti dei sindacati e al direttore delle risorse umane di Unilever Italia, Gianfranco Chimirri, anche il portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Antonio Federico, e i portavoce M5S in consiglio regionale, Vittorio Nola e Andrea Greco.

“L’incontro – ha spiegato Alessandra Todde – conferma l’attenzione del Mise in merito ai progressi fatti dall’azienda nella definizione del piano di sviluppo per il sito di Pozzilli. Oggi confermiamo l’attenzione del Ministero al mantenimento dei livelli occupazionali e al proseguimento dei piani di sviluppo dei progetti a suo tempo presentati”.

“Dall’incontro – ha aggiunto Antonio Federico – è emersa la volontà del Ministero di mantenere i livelli occupazionali. L’azienda ha spiegato che a Pozzilli i volumi di produzione sono maggiori del previsto, a conferma della competitività del sito, e che comunque c’è la chiara volontà di non chiudere alcuno stabilimento. Le proposte di Unilever restano quelle che conosciamo e riguardano home care, personal care, recupero plastiche, riciclo batterie al litio, prodotti parafarmaceutici. C’è rammarico – ha concluso Federico – per l’assenza della giunta regionale, nonostante la valenza del tema per l’intero Molise in termici economici e produttivi. Ciascuna componente istituzionale deve fare la propria parte”.

Dal canto nostro – hanno spiegato Greco e Nola – abbiamo chiesto e ottenuto che ci siano incontri mensili, per far sì che agli inizi di settembre si arrivi, finalmente, alla definizione delle prospettive strategiche da parte dell’azienda. La buona notizia è che, intanto, è stato congelato il piano elaborato ad inizio anno, che prevedeva la revisione del network europeo, con la delocalizzazione delle produzioni molisane in altri stabilimenti del gruppo. Ma, proprio in piena pandemia, lo stabilimento ha aumentato la produzione del 38 per cento, a fronte di una crescita della domanda per prodotti home-care. Ora Unilever dovrà elaborare il nuovo ‘Piano Italia’ e per farlo si è affidata ad un’importante società di advisoring americana. Per noi – hanno ribadito i due consiglieri regionali – le opzioni in campo sono solo tre:  l’allargamento delle attuali produzioni home-care a quelle personal-care e a prodotti parafarmaceutici, di cui c’è grande richiesta in questo periodo; la seconda opzione, che necessiterebbe di ingenti investimenti, punta alla totale riconversione degli stabilimenti per il riciclo delle plastiche e la realizzazione di batterie al litio, da utilizzare in particolar modo nel settore dell’automotive; la terza opzione, che riteniamo residuale, è l’apertura a partner esterni che intendano finanziare le nuove produzioni o, addirittura, prelevare lo stabilimento”.

“Ciò che conta – hanno concluso Andrea Greco e Vittorio Nola – è la presentazione in tempi certi di un business plan dettagliato, che preveda la salvaguardia degli attuali posti di lavoro, tanto nello stabilimento molisano che nel suo indotto, ma chiediamo anche alla regione se intende onorare gli impegni presi a suo tempo con i sindacati, ovvero gli investimenti di propria competenza su viabilità e logistica”. 

Sull’argomento si registra anche la presa di posizione delle organizzazione di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che in una nota si sono detti preoccupati dell’assenza del governo regionale al tavolo di concertazione, “nonostante il progetto sia strategico per l’intero territorio regionale”. Ma la di là di questo, il clima è di cauto ottimismo, visto che il progetto di rilancio del sito di Pozzilli è andato avanti nonostante l’emergenza Covid-19.

“Alla luce del fatto che l’Italia non ha uno stabilimento per la produzione di prodotti Personal Care – scrivono Filctem Cgil, Fema Cisl e Uiltec Uil –  è ancora in fase di studio la fattibilità per l’internalizzazione di una serie di prodotti per la cura della persona. Pertanto, in abbinamento alle produzioni già in essere di home hare, si sta pensando anche alla produzione di una linea di sanificanti”. Non solo: è in fase di studio avanzato il progetto di valutazione per il riciclo della plastica e allo stesso tempo di batterie al litio (questa è l’opzione che diventa la chiave di volta futuristica dello stabilimento). E, anche se in fase embrionale, si valuta anche una partnership terza con imprese farmaceutiche: un progetto che prevederebbe addirittura l’aumento dei livelli occupazionali, a detta del manager Chimirri. 

I sindacati sottolineano anche come il backup con l’altro stabilimento di Casalpusterlengo è stato completato, e a dispetto di ciò che qualcuno continua a dire, Pozzilli ha continuato ugualmente ad operare. E svelano lo scadenzario preciso delle prossime tappe: luglio 2020, finalizzazione dello studio di fattibilità; settembre 2020, verifica di finanziabilità; ottobre 2020, conferma, attuazione e piano di implementazione.

 

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