Riattivate le prestazioni presso l’Asrem pentra, ma ancora limitate ai soli nuovi nati. Basterebbe aumentare i giorni di erogazione del servizio, ma invece nulla da fare per i bimbi dai 9 mesi in su alle prese con i ‘richiami’. L’attacco all’Azienda sanitaria: “Pregiudicata la salute dei nostri figli”


ISERNIA. Si sono unite per dare più forza alla propria voce a tutela dei propri figli. Si tratta di un gruppo di mamme di Isernia e provincia, con bimbi da i 9 agli 11 mesi, preoccupate per i pesanti ritardi nell’effettuazione dei vaccini presso l’Asrem pentra, dopo lo stop dovuto all’emergenza coronavirus.
Sebbene da metà aprile le attività nella sede di Largo Cappucini siano riprese, le stesse al momento sono ancora indirizzate ai nuovi nati, a coloro i quali non sono stati mai vaccinati prima.

Tuttavia, sono tantissimi i piccoli in attesa del richiamo vaccinale, che avrebbero dovuto ricevere le dosi necessarie già nel mese di marzo. Per loro ancora nessuna risposta. Nessuna chiamata, nessuna comunicazione sui tempi d’attesa. Nulla di nulla. Eppure, la mole di bambini da ‘smaltire’ non appare  certo insormontabile.

Pertanto, un gruppo di mamme ha deciso di vergare una lettera aperta, per segnalare la situazione e ‘gridare’ il proprio disappunto, auspicando tempestivi interventi atti a ripristinare la vaccinazione obbligatoria, magari semplicemente aumentando  a tre volte a settimana i giorni di erogazione dedicati servizio, così da recuperare il pregresso evitando assembramenti.

“Com’è noto – scrivono le mamme – l’Asrem di Isernia fornisce il relativo servizio esclusivamente nelle giornate di martedì e venerdì, senza prenotazioni, ma procedendo a effettuare le vaccinazioni esclusivamente su 30 bambini presenti al momento dell’apertura al pubblico, peraltro in locali angusti e non adeguati, tenuto conto sia dell’afflusso dell’utenza, sia sotto il profilo igienico/sanitario (vi è un solo bagno, senza distinzione di sesso, presso cui è collocato anche l’unico fasciatoio per il cambio dei neonati). A parte ciò, vi informiamo che dai inizi marzo, all’indomani dell’emanazione delle disposizioni emergenziali relative al COVID-19, a tutt’oggi la Asrem non garantisce la somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie a tutte le fasce d’età. Più precisamente, – procede la missiva – il servizio è ripreso a partire dalla seconda metà di aprile, ma solo per i bambini nati tra novembre 2019 e gennaio 2020, ossia quelli mai vaccinati prima. Detta situazione non è ad oggi mutata, nonostante sia trascorso più di un mese. Ciò pregiudica gravemente il diritto alla salute dei nostri bambini, – prosegue la denuncia pubblica – considerato che non è possibile, allo stato, somministrare le dosi per il richiamo di vaccini che, invece, dovevano essere effettuati già nel mese di marzo”.

“Nonostante i ripetuti solleciti effettuati, l’Asrem non ha inteso in nessun modo porre riparo alla situazione. Sono i vertici a dover eventualmente aumentare i turni di vaccinazione, dunque infermieri e medici di Isernia non sono nella condizione di poter dare alcuna risposta certa alle famiglie.  L’Azienda sanitaria – proseguono ancora le mamme – non si è infatti, organizzata nel monitorale la situazione dei minori presenti sul territorio, onde valutare le urgenze e predisporre un calendario per le vaccinazioni, né ha inteso dedicare altri giorni, oltre al martedì e al venerdì, per tentare di ridurre l’arretrato. Detta condotta è del tutto irresponsabile, considerato si ripercuote sulla salute dei soggetti più vulnerabili. Si segnala, infine – conclude la nota – che altre Asl presenti sul territorio nazionale, con un carico di utenti di gran lunga superiore al nostro (ad esempio quelle di Roma), non hanno mai interrotto la somministrazione dei vaccini, oppure soltanto per brevi periodi”.

Da rilevare, inoltre, come in alcuni casi, dopo mesi di silenzio da parte dell’Asrem, alcune mamme abbiano deciso di telefonare o recarsi di persona presso gli uffici del Distretto sanitario di Isernia per farsi ‘mettere in lista’, lasciando un recapito telefonico nella speranza di essere chiamate, chissà quando, per recuperare i vaccini non fatti in questi mesi ai loro bambini. Ma una prassi del genere non può essere demandata all’intraprendenza delle mamme: se è così che bisogna fare, dev’essere l’Asrem, ancora una volta, a dare comunicazione precisa su come procedere.

 

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